Il ritrovamento in vico II Merello durante uno scavo per la costruzione di due edifici Il sito finirà inglobato nello stabile, ma sarà accessibile. La Soprintendenza segue i lavori
di ENNIO NERI (viale Tr ieste) e.neri@sardegna24.net
Scavi un palazzo e spunta una cava romana. Bellissima. Alta anche più di dieci metri. E finirà, in parte, inglobata sotto un grande palazzo. Succede in città, in vico II Merello, ma di tutto si tratta meno che di una sorpresa. Il nome dell’area, chiamata appunto “Vecchie cave”, suggeriva che qualcosa da quelle parti doveva pur esserci. Ma la Edilstrutture (la ditta che sta costruendo i due grandi edifici tra i villini di viale Merello e il costone di viale Buoncammino) haavuto tutti gli ok diComunee delledue Soprintendenze (Paesaggistica e Archeologica). E ora continuerà a costruire, anche se i lavori sarannomonitorati dalla Soprintendenza archeologica. Adoggi l’impresa ha comunicato all’amministrazione che risultano ultimate le strutture dell’edificio B (eccetto il terrazzo), mentre è stata realizzata una parte delle strutture in elevazione relative ad una porzione di circa 2/3 dell’edificio A. Questo perché nel corso degli scavi è stata portata alla luce una vecchia cava «costituita da gradoni di roccia calcarea, ricoperti da spesse falde di detriti, con repentini salti di quota della roccia anche di 10 metri». La delicatezza dell’intervento ha convinto l’impresa a procedere con molta prudenza, secondo le indicazioni della Soprintendenza Archeologica cheha chiesto costantemente di rendere visibile e ripulito il fondo roccia per poter verificare lo «stato di antropizzazione» e documentare la vecchia cava con rilievi, disegni e fotografie. Gli uffici del ministero hanno anche chiesto modicheal progetto per preservare parte delle aree evitando di appoggiarvi sopra le strutture di fondazione e rendere comunque accessibile il sito nella parte sottostante il fabbricato. L’impresa ha ottenuto altri 100 giorni di proroga della concessione edilizia per portare a conclusione i lavori che dovranno terminare entro il 2 dicembre di quest’anno. Già a suo tempole autorizzazioni per la costruzione degli edifici avevano scatenato polemiche. Si tratta di uno spazio di 5 mila metri quadrati dove si potevano ancora scorgere una vecchia cava di tufo utilizzata almeno fino agli anni '20 e un villino dei primi del '900. In quest'angolo verde di città, sono stati autorizzati a suo tempo due bei palazzoni (quattro piani più attico e parcheggi) della società Edilstruttura. Tutto in regola. La storia della lottizzazione nasce il 12 maggio del 1997. quandoil consigliocomunale approva il piano di recupero “Vecchia Cava”. L'attuazione del pianoviene disciplinata da una convenzione, stipulata il 14 settembre del 1998, tra il Comune e la società Edilstrutture. Le concessioni per le urbanizzazioni arrivano dopoun anno, mentre per la costruzione degli edifici e la ristrutturazione della villetta bisogna attendere il 6 marzo del 2006. Nel maggio dello stesso anno, l'intervento incassa il sì della Soprintendenza ai Beni Paesaggistici, mentre quella dei Beni Archeologici arriva ad ottobre, sempre nel 2006. C'è il sì del consiglio comunalee ci sonoanche i pareri favorevoli delle dueSovrintendenze (Archeologica e Beni paesaggistici). Due anni fa a lanciare lanciare l'allarme fu la commissione Cultura. Durante il tour che l’ex presidente della commissione Maurizio Porcelli aveva organizzato lungo tutte le servitù militari cittadine, i commissari si sono imbattuti nell'enorme scavo per la fondazione di uno degli edifici. L’area fu dichiarata “vuoto urbano strategico” nell’ambito del piano particolareggiato del centro storico. Troppo tardi. Il piano attuativo era già stato approvato e i lavori erano già partiti.