LA STORIA. ANFITEATRO, TERME E TOMBE MONUMENTALI: RESTI DI UN PASSATO GLORIOSO
Sotto il capoluogo riposa l’antica Karales. La cava di vico II Merello non è che l’ultimo tassello saltato fuori dagli scavi in città. Oltre i monumenti più famosi, come l’Anfiteatro romano, la villa di Tigellio e la Grotta della Vipera, ne arrivano altri. Nel 1990, nel corso dei lavori di ristrutturazione della chiesa di Sant’Eulalia l’ex parroco don Mario Cugusi, avviauna lunga attività di scavi archeologici. Viene alla luce una strada lastricata, larga 4,20 metri e ai lati due antichi edifici, uno dei quali ben conservato, di quasi due metri. Dagli scavi emerge anche un portico colonnato, del IV secolo dopo Cristo, largo 8 metri e lungo 25, con una rete di canali di scarico annessa. Dagli scavi sotto la Scala di Ferro in viale Regina Margherita salta fuori una porzione del cimitero dei classiarii (gli equipaggi della flotta romana).DonMario ha anche promosso una campagna di scavi nell’area dei ruderi della chiesa di Santa Lucia in via Sardegna. Altri tesori giacciono nel sottosuolo. Sotto la banca d’Italia nel largo Carlo Felice sono visibili i resti delle terme, mentre in uno stanzino del palazzo dell’Inps in via XX Settembre ci sono i resti dell’antica Fullonica (la bottega per la tintura e il lavaggio dei tessuti). Non sono visibili i resti del teatro-tempio che si trova tra via Malta e via Maddalena.