Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Manovra, tagliati 165 milioni ai Comuni

Fonte: La Nuova Sardegna
19 settembre 2011



Contraccolpi su servizi e tariffe. Calvisi (Pd): «Un duro colpo alle autonomie locali»



A rischio gli aiuti per i disabili e gli anziani. Problemi in vista per le mense, le reti di trasporto territoriale e gli asili

SASSARI. Solo per il 2012 i tagli del governo costeranno all’isola oltre mezzo miliardo. A pagare, dopo la Regione, saranno i Comuni: Cagliari dovrà fare a meno di quasi 10 milioni, Sassari di oltre 6, Olbia e Nuoro all’incirca di 2, Oristano di 1,5. Insomma, un salasso per tutti. Con pesanti riflessi sui servizi e diminuzioni delle spese per asili, mense, assistenza sociale, manutenzioni, decoro urbano. Le elaborazioni sui dati arrivano dall’Istituto per la finanza dell’Anci (Ifel). L’analisi solleva altre critiche nel centrosinistra. Specie da parte del deputato pd Giulio Calvisi, che per primo ha esaminato i numeri e dà un’interpretazione estremamente negativa della stangata: «È un durissimo colpo alle autonomie locali», dice senza mezzi termini.
Le statistiche confermano le ragioni dei sindaci sardi, nei giorni scorsi scesi in piazza senza distinzioni di orientamento politico. C’è un taglio del 45-50% sui trasferimenti dallo Stato. E le amministrazioni dovranno ridurre importanti «uscite» del 15%: per citare due casi, Cagliari, oltre ai minori introiti di 9.814.966 euro, sarà costretta a contrarre spese correnti per altri 30 milioni e Sassari per 18 (oltre alla riduzione di 6.315.974 euro dei fondi statali). La situazione è dunque molto chiara (per capirlo basta uno sguardo alla tabella accanto). Ma per comprendere meglio sarà sufficiente un altro esempio. Il contributo complessivo richiesto a Santa Teresa è di 1 milione e 247mila euro: 239 euro per abitante. «E non è la sola assurdità», commentano numerosi amministratori. In totale, i 377 comuni avranno a disposizione 165 milioni in meno: 51 per mancati trasferimenti di risorse dallo Stato, gli altri 114 per riduzioni di spese. La nuova mazzata va ad aggiungersi a precedenti giri di vite che avevano ristretto le disponibilità finanziarie sul territorio. «L’asse Comuni-Province-Regione nell’isola perde 525 milioni», informa Calvisi sulla base delle stime aggregate. «A questi andranno poi sommati altri 90 milioni per via dell’aumento del punto percentuale Iva che penalizzerà le nostre famiglie», spiega il deputato.
Sotto gli occhi di tutti, le conseguenze delle maxi-sforbiciate. Vediamole. In primo luogo, l’inasprimento degli obiettivi del Patto di stabilità e lo sblocco dell’addizionale Irpef spingeranno i Comuni a cercare altre risorse. Oltre a farli apparire come esattori per conto dello Stato dinanzi ai cittadini, tutto ciò equivarrà così a un obbligo per sopravvivere piuttosto che a una scelta ragionata. «Con buona pace del federalismo che non avrebbe dovuto ledere le realtà locali, ma anzi rilanciare la loro indipendenza dagli apparati centrali romani», si lamentano un po’ tutti i sindaci nell’isola.
Cancellate infine differenze, oggi ben visibili, nella distribuzione delle aliquote fiscali adottate caso per caso in ogni singolo centro. E questo per tre sostanziali motivi. Primo: le giunte che in passato hanno tenuto sotto controllo la pressione tributaria saranno costrette ad aumentare le imposte per darle allo Stato. Secondo: i cittadini, in questo modo, faticheranno a riconoscere un’amministrazione «virtuosa» da un’altra che magari sperpera denaro pubblico. Terzo e ultimo punto che nelle città e nei paesi aderenti all’Anci in Sardegna non ci si stanca di sottolineare: «La manovra renderà in definitiva tutti uguali, omologandoci verso il peggio». Ecco perché, come rammentano in tanti, da oggi in poi sono a rischio trasporti locali, aiuti ai disabili e agli anziani, politiche ambientali, diffusione di spazi verdi. E che dire dei possibili rincari delle addizionali Irpef e delle tariffe per pubblicità, occupazione di suolo pubblico, raccolta rifiuti, asili, mense?
E la Regione? «Per quantificare l’importo esatto della riduzione di spesa nel 2012 bisognerà attendere le risultanze della ripartizione dei tagli tra tutte le Regioni e quelle a Statuto speciale - spiega ancora Calvisi - Ma io ipotizzo, e sarò contento di poter essere smentito, una contrazione per la Sardegna non inferiore nel prossimo anno a 350 milioni». L’ultimo girone di queste sforbiciate senza fine tocca le otto Province. «Avrebbero dovuto subire una rinuncia intorno ai 30 milioni per il 2013-2014, ma l’anticipo del taglio al 2012 comporterà una riduzione di trasferimenti per il prossimo anno finanziario di circa 20 milioni», conclude il parlamentare del Pd.