Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Porto, via agli incontri per cucire un’intesa

Fonte: La Nuova Sardegna
5 settembre 2008

VENERDÌ, 05 SETTEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

di Alessandra Sallemi



Ultimo accordo per dare gambe a piano strategico e piano regolatore dello scalo



Il presidente della commissione urbanistica comunale Tavolacci ha invitato l’Authority a un’audizione



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CAGLIARI. Sarà una prova della verità l’intesa che il Comune e l’autorità portuale dovranno stipulare secondo l’articolo 5 della legge di riforma dei porti, la 84 del 1994. L’intesa si deve trovare sul piano regolatore che il comitato portuale ha licenziato nel maggio 2007 poco prima che l’ex presidente si congedasse per scadenza del mandato. Naturalmente l’intesa in senso letterale sul porto c’è già: da anni Comune e autorità portuale parlano e d’altronde un piano regolatore del porto si studia anche sulla base di linee guida presentate dai comuni di riferimento; di più: sempre la legge 84 dice chiaro che non sono validi i piani o le parti di esso in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti. Quindi cos’è questo passaggio in consiglio comunale che viene dato per imminente, che sembra un doppione di tanti incontri già fatti e che, però, è indispensabile per dare gambe alle scelte sul porto? In parole molto semplici: la legge 84 dice che il piano regolatore lo adottano le autorità portuali d’intesa con i comuni, il punto è che, dalle linee guida in poi, sul porto «si sono parlati» i vertici (sindaco e autorità portuale, assessori e authority), ma il consiglio viene coinvolto adesso per la prima volta e per la prima volta è chiamato ad assumersi la sua fetta importante di responsabilità perché si raggiungano alcuni obbiettivi fondamentali, due fra gli altri: restituire una vita al porto, riallacciare i legami antichi tra scalo e città. Primo passo verso l’intesa: l’audizione del presidente dell’authority Paolo Fadda davanti alla commissione urbanistica del consiglio comunale.
Un conoscitore delle cose pubbliche suggerisce di non sopravvalutare il documento in sé, ma di badare agli obbiettivi che attraverso l’intesa si deciderà di valorizzare. Il sindaco Emilio Floris è componente di diritto del comitato portuale e quindi, oltre i colloqui col predecessore Antonio Granara e con l’attuale presidente Paolo Fadda, ha avuto occasione di esprimersi in una sede ufficiale. Ma le travagliate anime della sua maggioranza avranno adesso l’occasione di parlare e così l’opposizione che potrà incalzare su temi quali vivibilità e occupazione, trasporto pubblico e attività storiche del porto vecchio, ufficialmente sacrificate sull’altare del diportismo d’alto livello: come è noto i commerci migreranno verso il porto industriale, forse è anche una buona scelta, ma nei tre anni di vuoto tra il presente e le strutture future non si sa come gli operatori si dovranno organizzare e le proteste probabilmente un po’ deboli non sono mancate.
Dunque l’intesa serve moltissimo e pur avendo il sapore di una ratifica delle scelte importanti destinate a cambiare il volto del porto cagliaritano, se darà vita a un dibattito sincero potrà essere un’ottima occasione per decidere cosa vale la pena di sostenere e come unire gli sforzi per arrivarci. E’ noto infatti che un progetto presentato per un finanziamento nazionale o europeo che si appoggi su una larga condivisione locale parte avvantaggiato nella selezione inevitabile nell’assegnazione dei finanziamenti. I poeti dell’urbanistica sostengono che quest’intesa potrebbe essere la fede nuziale del matrimonio città-porto che già due documenti hanno auspicato: oltre il piano regolatore portuale, che apre spazi di frequentazione importanti per i cittadini e che si ripensa in funzione anche della città vitale alle spalle, anche il fondamentale piano strategico comunale assegna al porto un’enorme importanza nel rilancio della città addirittura sul livello internazionale. Se Cagliari è vendibile lo è forse soprattutto per come si affaccia sul mare: la testimonianza di questo è antica, i documenti del passato cagliaritano indugiano spesso su ritratti della città vista dal mare del porto o dalla laguna di Santa Gilla. Per lavorare all’intesa il presidente della commissione urbanistica del Comune, Massimiliano Tavolacci, Udc, ha invitato il presidente dell’authority Fadda a illustrare il piano del porto davanti ai componenti della commissione tecnica, lì si svilupperà il primo dibattito che rappresenterà il termometro della situazione. In linea teorica non ci dovrebbero essere sorprese: la scelta turistica, via Roma salotto sul mare, Su Siccu che fiorisce e si prende il suo importante posto nella riscoperta del mare, gli spazi destinati a raccogliere officine, capannoni e lavoratori che un sistema diportistico richiede, sono lo sviluppo del programma elettorale del centrodestra. Il punto politico sembra questo: se l’intesa sarà interamente figlia di questa maggioranza e quindi un successo di questa coalizione si prevede un cammino sereno e anche una ratifica rapida, se altri riusciranno a dimostrare di avere avuto voce in capitolo la guerriglia potrebbe farsi lunga. Ipotesi, ma la curiosità di sapere e l’urgenza di definire diventano immediatamente chiare se si fa memoria sulle notizie piccole e grandi degli ultimi mesi. Ci sono armatori che stanno decidendo se scegliere Cagliari come porto da cui far partire le loro crociere nel Mediterraneo. C’è una società internazionale che sta elaborando il piano industriale per lo sviluppo quarantennale dell’aeroporto di Cagliari-Elmas e una tale vicinanza col porto è uno degli elementi che sarà tenuto in alta considerazione. C’è una gara internazionale per la concessione della banchina lungo la via Roma che ha già un affidatario dei lavori: anche se il 18 settembre la vicenda andrà in comitato portuale per «sistemare alcune cosette» che nulla c’entrano col piano regolatore, è vero che una coalizione fra enti decisi a far crescere lo scalo possono solo rafforzare l’aspirante concessionario nelle sue intenzioni di investire su Cagliari. Insomma l’intesa è solo un pezzo di carta già scritto in larga parte, ma quando c’è il porto di mezzo l’attesa è sempre carica di curiosità e anche di un filo di sana tensione.