Una delegazione di residenti ha incontrato l’assessore al traffico. Coni: decideremo cosa fare
Un salto indietro nel passato di dieci anni. Questo chiede in una lettera al sindaco di Cagliari una delegazione di diciassette residenti dei quartieri Marina e Stampace. Esasperati dall’eccessivo chiasso della movida notturna che si protrae sino alle ore piccole della notte, alcuni cittadini sono stati ricevuti ieri dall’assessore comunalealla Viabilità e traffico, Mario Coni. Gli hanno chiesto che non vengano rinnovate le concessioni di occupazione del suolo pubblico ai diversi locali e ristoranti presenti nei rioni. Proprio a pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2011 della manifestazione “Marina Cafè Noir”, che come ogni anno trasformerà il quartiere storico in ungrande palcoscenico all’aperto, il gruppo di residenti chiede un drastico ritorno al passato. Via i tavolini all’aperto da tutte le stradine della Marina, libera dai tavoli anche piazzetta Savoia perché torni ad essere «un luogo ricreativo, per mamme e bambini» e tutti i locali apparecchino solo al chiuso. Ma le richieste non si sono fermate qui. Il gruppo di residenti vuole la modifica degli orari di chiusura dei locali e maggiori controlli contro «schiamazzi e rumori molesti». La Marina, grazie alla scelta di pedonalizzare le vie è diventata negli ultimi anni un enorme locale all’aperto. Tanti i turisti che, d’estate, girano per le strade e si fermano a mangiare nei tanti ristoranti presenti. Molti anche i cagliaritani. Non è d’accordo Laura Marini, residente alla Marina e presente ieri all’incontro in Comune. «Non sono di Cagliari quelli che si vedono in giro la notte – spiega – vengonodai paesi. Oltre a dare problemi di vivibilità, quest’invasione sta snaturando il quartiere. Botteghe storiche chiudono, lasciando il posto a nuovi localetti notturni».Nonc’è dialogo tra residenti e gestori dei locali. «Se protestiamo – dicono dal comitato “Nessun Dorma”, nato contro il baccano notturno in piazza Dettori – ci sentiamo rispondere di andarcene a vivere in campagna». Spesso si è sfiorata la rissa, tra residenti ed avventori. Nonsembra essere praticabile neanche la soluzione di chiudersi in casa. Le case dei quartieri storici, secondo gli abitanti dei rioni, essendo in tufo rilascerebbero il micidiale gas radon, causa di tumori ai polmoni. Per cui l’unica soluzione è lasciare quanto più possibile le finestre aperte per il ricircolo dell’aria. Gli organizzatori della protesta, hanno chiesto all’assessore Coni «una più intelligente politica turistica. Cagliari ha perso 30 mila residenti in 10 anni – dicono – un danno economico per la città, che nessuna imitazione della movida di Barcellona può recuperare». L’assessore alla Viabilità e traffico del comune di Cagliari, ha preso tempo, ha chiesto di avere maggiori dettagli e fissato un nuovo incontro con la combattiva delegazione dei residenti senza pace.