Ci sono 200mila euro per valorizzare uno dei due siti archeologici oggetto di sopralluoghi della Commissione Cultura
Atilia Pomptilla, nobildonna romana, e Tigellio Ermogene, poeta sardo di quasi duemila anni fa, si sarebbero rallegrati nel sapere che i siti archeologici cittadini a loro legati, e cioè la Grotta della Vipera e la Villa di Tigellio, dopo anni e anni di incuria e degrado saranno finalmente recuperati. Non entrambi, però. Perché i duecentomila euro a disposizione del Comune - giunti nella casse municipali in virtù del bando per “i beni culturali di rilevante interesse artistico, storico, archeologico e etnografico” pubblicato dalla Regione per il 2011 - sono sufficienti a finanziare un solo intervento. Meglio poco che nulla, si dirà. E infatti. Venerdì mattina, proprio per valutare il da farsi, una ristretta delegazione della Commissione Cultura composta dalla presidente Francesca Ghirra e dal consigliere Giuseppe Andreozzi, ha effettuato un sopralluogo sia in viale Sant’Avendrace dove si trova la Grotta della Vipera che a due passi dall’orto botanico dove è ubicata la Villa di Tigellio. Entrambi i monumenti, risalenti al periodo compreso fra il primo e il terzo secolo dopo Cristo, non godono di ottima salute. O meglio, sono le cattive condizioni dei contesti nei quali i due siti archeologici sono inseriti a pesare sull’immagine e sulla fruizione di quelli che potrebbero essere dei pezzi da novanta da offrire ai cagliaritani e ai turisti: i resti della Villa di Tigellio, ad esempio, sono avvolti per la maggior parte dell’anno davegetazione spontanea punteggiata di rifiuti che vengono gettati dal marciapiede della via omonima che ne costeggia la recinzione esterna. «La cifra di duecentomila euro non consente di recuperare completamente la Villa di Tigellio », evidenzia Francesca Ghirra, presidente della Commissione Cultura del Comune, «ci sono due alternative che stiamo ancora valutando: effettuare piccoli interventicomead esempiopredisporre opere di consolidamento e realizzare gli impianti di illuminazione in vista di una fruibilità anche notturna del sito, oppure destinare l’interasommaper rimettere completamente in sesto la Grotta della Vipera. Un vero peccato tenerla così». Dunque, un vero e proprio ballottaggio per il recupero di uno dei due monumenti. Ci vorrà ancora del tempo ma intanto l’iter è stato avviato: «Faremo un documento poi gli uffici redigerannounprogetto di recupero e valorizzazione». Insommai tempinonsaranno brevissimi. Edi fondi per recuperare i resti del passato ne servirebbero molti di più: «Speriamo in nuovi bandi», conferma Ghirra, «i beni archeologici vengono sempre un po’ dimenticati. Nelle prossime settimane dopo aver consultato anche la Soprintendenza verrà deciso se intervenire sulla Villa di Tigellio o sulla Grotta della Vipera». Quest’ultimarappresenta il più famoso sepolcro di origine romana realizzato ai piedi del colle di Tuvixeddu. Ma c’è un’altra tomba immersa nel degrado sempre sul costone roccioso di Sant’Avendrace, quella di Caius Clytius Rubellius, che nelle scorse settimane era stata al centro di un appello lanciato da Legambiente Sardegna al ministro ai Beni Culturali Giancarlo Galan. Gli ambientalisti avevano chiesto «un intervento tempestivo e autorevole per la messa in sicurezza dell’area archeologica».
di EDOARDO PISANO e.pisano@sardegna24.net