Rassegna Stampa

Sardegna 24

Ah che bello ‘o Cafè Noir

Fonte: Sardegna 24
12 settembre 2011

Il mondo visto attraverso le “cattive” strade: quelle della letteratura e dell’arte. Che s’incrociano, per 4 giorni, alla Marina

 

Strade di terra, d'acqua e di cielo che si fanno parola e suono, attraversano i continenti trasportando semi d'utopia e venti di rivoluzione: sentieri della memoria e vie di fuga per una mappa delle emozioni che trova il suo cuore pulsante nella Marina, quartiere multietnico e felicemente meticcio dove si incontrano le diverse anime di una città proiettata sul Mediterraneo. Storico rione di pescatori, dove is rugas, le strade, declinano verso il porto - tradizionale luogo di arrivi e partenze - si mescolano epoche e stili architettonici, dalla modernità di pubblici edifici con sculture di Nivola alla Rinascente di D'Annunzio, ad antichi conventi e chiese, talvolta trasmutati in teatri e scuole: temperie perfetta per giocare e vincere la scommessa di un Marina Café Noir firmato Chourmo. Festival di Letterature Applicate che da sempre sceglie strade e piazze come scenario privilegiato di scambi di idee e passioni trasversali, immaginifici e fecondi e in questa IX edizione - dal 15 al 18 settembre - riparte da quella metafora in cammino (e in volo) che misura distanze e vicinanze per esplorarne tutte le declinazioni. Dal pensiero di Antonio Gramsci ai versi del poeta Miguel Hernandez (oppositori di diversi fascismi); la tragedia dei Balcani ma anche il sogno del cinema di Nina Mimica (con un originale “Solletico del vivere”) e il ricordo dei fatti del G8 di Genova e del crollo delle Torri Gemelle a New York per segnare il tempo del decennio 2001-2011 con il concerto/spettacolo di Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Rossella Dassu e Andrea Fugaro. In Marina si (ri)disegnano “Le strade della cultura” con Paolo Fresu e Marcello Fois, il “maestro delle pietre” Sciola e il giornalista Ottavio Olita; si ascoltano (in diretta) le voci di Oriuhela in Spagna e della Tunisia dove rinascono gli spiriti della ribellione contro le ingiustizie, i diritti negati, la cancellazione del futuro. Si incrociano i diversi sguardi sul mondo e il senso delle notizie, la forza delle immagini e quella non meno dirompente della verità dai reportages di Mario Dondero, Uliano Lucas e Ziyah Gafic (testimone della guerra in Bosnia) al “Viaggio nella Sardegna contaminata” descritto da Carlo Porcedda e Maddalena Brunetti tra le righe di “Lo sa il vento”. Tra i percorsi possibili quelli suggeriti dalle canzoni di Gian Maria Testa (in solo) piuttosto che dalle letture in musica d'“Oltremare”, segnali di speranza e libertà da Lampedusa con Giacomo Sferlazzo, Stefano Giaccone,Marc Porcu e Dimitri Porcu; la voce di Cristina Racca con Ratapignata e Angelo Zedda per spiegare e suonare che “Lo scrittore è un sovversivo” e la festa finale della Bandaradan. Economia e decrescita felice secondo Serge Latouche, che tocca uno dei punti sensibili del presente (ed eventuale futuro), cronache d'Irlanda (per non dimenticare) e Storie del Genere e un Teatro di Donne nelle conversazioni tra Michela Murgia e Loredana Lipperini ovvero le attrici Iaia Forte e Lea Gramsdorff, la regista e drammaturga Carolina de La Calle Casanova e la giornalista Paola Pilia. Sulle “Strade” di Marina viaggeranno intuizioni e riflessioni, la rabbia degli indignados e i nuovi gradi di libertà e giustizia della rivoluzione dei gelsomini, tra un omaggio a Francesco Biamonti, scrittore “di confini” prossimi e “Antille” e in altri luoghi nel ricordo di un autore impegnato e visionario come Luciano Bianciardi. I colori del noir e gli icastici segni in un mondo rivelato da Loriano Macchiavelli e Otto Gabos in uno strano divertissement tra “Ragni, buchi e ragnatele” e le verità sotterranee di un incontro su “Antagonismi, tribalismi e nuovi linguaggi”. Per buongustai con anima e cuore sarà interessante scoprire il Gambero Nero con le ricette dal carcere, per superare le sbarre e ritrovare dentro le mura estro, fantasia e libertà, e ancora storie di dischi e cinema, una costellazione di mostre, “La rete dei festival del caffè sospeso” e le pagine amare di una storia ancora da scrivere con l'autore di “Venti sigarette a Nassirya”. E immancabile, in apertura, per il collettivo “strano e bello” che ha inventato un Festival capace di attraversare e tracciare nuove mappe e strade l'omaggio (visionario stavolta) all'autore di “Chourmo”, Jean-Claude Izzo.

ARRUGAS DE CASTEDDU Se l’orgoglio meticcio s’incontra agli incroci GIACOMO CASTI per il Chourmo Strade, dunque.Maandrebbe bene anche Roads, e benissimoArrugas, alla casteddaia, per sottolineare l’attitudine internazionalista e lo spirito saldamente locale del Chourmo. La nona edizione del Marina Cafè Noir – Festival di Letterature Applicate reclama la sua vocazione libertaria e di piazza sin dal titolo, e lo fa con una parola-contenitore che allude tanto al percorso diretto (appunto “stradaiolo”) del progetto, quanto al metodo meticcio degli incroci tra gli ospiti e i linguaggi creativi che abbiamo deciso di adottare come nostro sin dall’inizio, quasi dieci anni fa. Strade che si incrociano, dunque, per proseguire nel concept di quest’anno, e che arrivano alla Marina di Cagliari da tanti dove, se non proprio da ogni, dall’Irlanda del Norddel Bloody Sunday alla Tunisia della Primavera rivoluzionaria degli scorsi mesi, dalla Sarajevo in fiamme degli anni’90 alla Spagna degli Indignados di oggi, dalle stragi mai disvelate di un’intera stagione italiana a quella bellica di Nassiriya, dalla drammatica situazione di Lampedusa sino ai veleni di Quirra e di una vasta parte della nostra amata isola. È un’edizione più politica di altre, questa del 2011, e forse non poteva che essere così, per chi come noi vive il paradosso di un periodo generale particolarmente funereo (tra crisi globali e deliri nazionali) e gli impulsi positivi, invece, che una città come Cagliari ha dato e sta dando in questi ultimi mesi, tra novità politiche e nei media locali, tra segnali di reale rispetto religioso e sanissime e laicissime prese di posizione istituzionali. E poi c’è il buono, naturalmente, il positivo dei libri e delle storie e dei racconti che ci piace condividere con il sempre numerosissimo pubblico: dalla Decrescita felice di cui ci parlerà Serge Latouche alle canzoni che si fanno poesia di Gianmaria Testa, dalla conversazione con Paolo Fresu, Pinuccio Sciola e Marcello Fois sui nostri centri che cambiano pelle grazie alla creatività condivisa all’incontro con Michela Murgia e Loredana Lipperini su come la questione di “genere” sia ancora, per certi versi, la “questione”, in Italia, dalla magia in musica di Antonello Salis alla tremenda bellezza degli scatti fotografici di Zyah Gafic. Ancora, gli omaggi, altra costante di memorianella storia delMCN:quest’anno aAntonio Gramsci, Luciano Bianciardi, Miguel Hernandez, Dashiell Hammett, Francesco Biamonti e a due date-simbolo del nostro tempo di cui ricorre il triste decennale:NewYork 11 settembre e Genova 20 luglio. Tanto altro da raccontare, tante strade da segnalare, ancora, per perdersi poi tra le mostre e i laboratori e i reading e gli incontri,masoprattutto un quartiere, Sa Marina, sempre più consapevole chel’ospitalità ela generosità paghino sempre(anche se qualcuno duro d’orecchie lo si incontra sempre), e chemomenti di festa e di condivisione come il Cafè Noir siano e possano essere sempre di più, per una città come la nostra, vere chance di crescita comune, rispettose dei residenti e attraenti per i turisti, preziose per i cittadinidi oggi edi domani, che sono poi coloro che, di strada, ne han da fare più di tutti.