Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Tutti i dubbi sul futuro del Poetto

Fonte: Sardegna Quotidiano
12 settembre 2011

Chioschi

 

LE REAZIONI Titolari e clienti dei bar in spiaggia preoccupati per il dopo demolizioni e per i posti di lavoro in pericolo

È questione di tempo, i chioschi del Poetto vanno verso la demolizione. A sentire i gestori ormai si aspetta solo la lettera da parte del Comune dove ci sarà scritto nero su bianco la fatidica data. Ma c’è anche chi è più ottimista e conta sull’ennesima proroga fino ad ottobre firmata dal sindaco uscente Floris sulla cui leggittimità però l’ulti - ma parola spetta alla Procura. Le preoccupazioni sono legate ai tempi incerti della ricostruzione, e altro tema non secondario, la perdita di posti di lavoro. Temono soprattutto i giovani che magari hanno investito i pochi risparmi in un locale nella spiaggia dei centomila. Tra i clienti invece c’è chi teme l’effetto del cantiere infinito, con Poetto inaccessibile anche d’inverno.

LE REAZIONI Gabriele Amelio gestisce il Nilo, d’inverno quando la spiaggia è deserta il suo bar diventa punto di ritrovo per chi vuole seguire le partite del Cagliari: «Il problema più grosso è che non sappiamo quando possiamo ricostruire. Noi lavoriamo anche durante la stagione invernale, non c’è dubbio che il danno sarebbe notevole. Dal Comune non ci hanno fatto sapere niente. Chiediamo però di poter effettuare noi le demolizioni, almeno per le strutture più leggere, senza chiamare un’impresa che costerebbe parecchio». Riguardo alla presunta disparità di trattamento ricevuta da alcuni chioschietti dice: «Per quei casi parlano di un probabile condono, ma non esiste proprio. Anche loro hanno costruito sull’area demaniale e lì non si può fare». Stessa musica al Miraggio. Anche loro non chiudono d’inverno: «Stiamo aspettando la lettera dal Comune con la data di demolizione- racconta Claudio- ci sono stati vari incontri ma di concreto per il momento non c’è niente. Siamo ottimisti e contiamo su una proroga almeno fino ad ottobre. Abbiamo chiesto però di poter provvedere personalmente alle demolizioni, sarebbe più giusto e ci sarebbero meno disagi ». I giovani gestori della Sesta Area, ex Zen, puntano il dito su un altro aspetto, il lavoro che verrebbe a mancare. «Abbiamo investito tantissimo in questa struttura - spiega Michele - e ora rischiamo di perdere tutto. Il problema è che la crisi ha portato ad un calo dell’oltre 40% e questa incertezza non aiuta. Speriamo almeno di poter concludere la stagione ma al momento non c’è nulla di sicuro». Neanche i clienti vedono di buon occhio l’arrivo delle ruspe. Mario Carrus e Salvatore Licheri, 67 anni l’uno e 70 l’altro, vivono praticamente nei chioschetti estate ed inverno. Ne hanno viste di tutti i colori, dall’abbattimento dei mitici casotti alla sbianchettatura mal riuscita della sabbia. E fiutano quella che temono potrebbe essere l’ennesima fregatura: «Adesso vogliono buttare giù tutto ma senza dare tempi certi per la ricostruzione. La spiaggia sarà un grande cantiere a cielo aperto e chissà se all’inizio della prossima stagione sarà tutto a posto».

Francesca Ortalli

 

I COSTI LAVORI PER 500MILA EURO MA DOVRANNO PAGARE I GESTORI

 

Venti i baretti interessati dal provvedimento di demolizione del 2009. Tredici saranno sicuramente tirati giù dalle ruspe. Da via Roma è stato approvato il progetto esecutivo "Demolizione mediante lavori di destrutturazione e rimozione ordinata di 13 chioschi realizzati sulla spiaggia del Poetto". La spesa totale 500 mila euro ma si legge nel documento “le spese derivanti dall'esecuzione delle demolizioni verranno successivamente recuperate a carico dei titolari delle Concessioni Demaniali Marittime su cui insistono le opere abusive di cui trattasi”.

I FAVOREVOLI «GIUSTO ABBATTERE ADESSO BASTA CON IL CEMENTO»  

 C’è anche chi è d’accordo con il provvedimento del Comune. Gabriella Loi, 37 anni approva la scelta dell’esecutivo guidato da Zedda. Specifica: «Non sono contro i baretti ma ci vogliono le regole. In questi anni sulla spiaggia, che è di tutti, ognuno ha fatto quello che voleva. Ora è giusto mettere un freno a questo andazzo. Basta con il cemento sulla spiaggia, ci vogliono strutture leggere che non deturpino il paesaggio. Non si può costruire dovunque senza che nessuno alzi un dito. Le regole devono valere per tutti, ci sono e bisogna rispettarle».