Tuvixeddu, maneggiare con cura. Il destino della più grande necropoli punica del Mediterraneopiomba sul consiglio comunale di Cagliari, mettendo la nuova maggioranza di centrosinistra davanti al primo nodo politico.
La decisione del sindacoMassimoZeddadi partecipare alla riunione di vigilanza dell’accordo di programma, che ha di fatto riaperto la trattativa con la Regione e con la Coimpresa, ha aperto un fronte conunaparte delle associazioni ambientaliste e ha creato qualche perplessità anche all’interno della stessa maggioranza, che ora prudentemente prende tempo con l’avvio di una esplorazione giuridica da parte di tre consiglieri-avvocati: Francesco Ballero, Giuseppe Andreozzi e Giovanni Dore.
In quasi tutti imembridell’assemblea cittadina, infatti, sembra prevalere la preoccupazione che un mancato rispetto dell’accordo di programma del 2000, possa rappresentare un pericolo per le casse del Comune, che mai e poi mai potrebbero affrontare, in un periodo di magra come questo, un eventuale risarcimento nei confronti del costruttore privato. Insomma, Gualtiero Cualbu fa ancora paura e la sua, legittima, difesa dell’interesse privato non trova insensibili parti dellamaggioranza. Oltre al fatto che, comericorda il capogruppo di Sel, Sergio Mascia «per noi è fondamentale che si faccia il parco sul Colle e le rivoluzioni si fanno comunque nel rispetto delle leggi e seguendo ciò che abbiamo scritto nel programma elettorale della coalizione». Anche il capogruppo Pd, Davide Carta preferisce attendere prima di esprimere giudizi «perché la materia giuridica è estremamente delicata.
Tuvixeddu è un tema centrale e alla fine della ricognizione di tutti gli elementi, il centrosinistra farà la sua proposta in Consiglio». Al di là della prudenza e della condivisione che sia necessario arrivare aduna conclusione della vicenda Tuvixeddu, tutelando principalmente il bene comune, che è rappresentato dal parco e dal canyon (dove la stradanon passerà), piùdiunconsigliere è rimasto spiazzato dall’iniziativa del sindaco, della quale quasi tutti hanno saputo dai giornali.Eanche la convocazione, un po’ improvvisata, dell’ala più ferma dell'ambientalismo che ha combattuto per la difesa del Colleneèunaconferma. Un incontro programmato da tempo, come sostengono i consiglieri, per ascoltare le associazioni. Mache,dopo le ultime vicende, ha assunto un peso differente. Anche perché alcuni, come Giorgio Todde, Maria Antonietta Mongiu e Maria Paola Morittu non sono rimasti soddisfatti dalla mossa del sindaco e si attendevanounapresa di posizione diversa. Vero è, come ricorda Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico, che «sono molto lontani i tempi in cui il sindaco Floris partecipava alle conferenze stampa con Gualtiero Cualbu e ilcomune sta dimostrando di non essere più appiattito sugli interessi privati». Ma i malumori restano. Per Maria Paola Morittu di Italia Nostra «Non si capisce per quale motivo si debba ripartire dall’accordo di programma del 2000, visto che il Consiglio di Stato ha sancito di fatto che nonè più valido. I vincoli sul colle posti dalla Giunta Soru sono tutti legittimi e a Tuvixeddu non si può costruire nulla. Anche i risarcimenti a Cualbu di cui tanto si parla, mi sembrano discutibili. Fino a prova contraria si ha diritto a un risarcimento quando si è davanti ad un atto illegittimo, ma non è certo questo il caso». (al.ur.)