Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Stadio Sant’Elia, un valore culturale»

Fonte: La Nuova Sardegna
4 settembre 2008

GIOVEDÌ, 04 SETTEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari 



Graziano Milia: «Non abbattetelo, fu un simbolo della modernità»




ROBERTO PARACCHINI

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CAGLIARI. Tra il Comune e il nuovo stadio proposto da Massimo Cellino c’è di mezzo il vecchio Sant’Elia. L’ipotesi presentata dal Cagliari calcio, infatti, si regge sulla base della rimozione del vecchio Sant’Elia. La data fissata per la firma della convenzione col Cagliari calcio è il 30 di questo mese. Ma il problema dell’attuale stadio ancora non è stato chiarito. Secondo i dati del bilancio il suo valore patrimoniale è di 53 milioni di euro. Il che significa che la sua eventuale rimozione dovrà essere ben giustificata per non incorrere nei rigori della Corte dei Conti. Infine c’è un altro problema ed è quello del valore culturale della struttura. «Il Sant’Elia è uno stadio - spiega Graziano Milia - nato dopo la vittoria dello scudetto, sulla scia di uno slancio di modernità, di cui il Cagliari e Gigi Riva erano un simbolo. E oggi racconta la storia di quel periodo».
Nel 1990, per i mondiali di calcio, il Sant’Elia venne rifatto «come nuovo». E nella scorsa consiliatura c’è stata la «messa a norma» della struttura e il rifacimento del manto erboso (tutto a carico del Comune). «Il nuovo stadio potrebbe portare alla perdita di circa 80 milioni da parte del Comune», aveva lamentato il centrosinistra, poco dopo il sì della maggioranza al progetto del nuovo stadio. Secondo il recente censimento del patrimonio comunale, lo stadio di Sant’Elia è stato inventariato per un valore complessivo di 53 milioni e 767mila euro (di cui 39 milioni e 175mila come residuo e 14 milioni e 489mila come fondo). Poi c’è la valutazione dell’area richiesta dal Cagliari calcio (quasi 48mila metri quadri) per la realizzazione dell’impianto), tra i ventitrè e i ventiquattro milioni.
Le proprietà patrimoniali complessive del Comune ammontano a 766 milioni, compresi i beni demaniali e quelli non vendibili. I dati, quindi, dicono che il Sant’Elia rappresenta una fetta importante delle proprietà municipali. Sino ad ora il Comune, ha spiegato l’assessore comunale Luciano Collu (Patrimonio), «ha verificato i problemi dell’area. La questione della rimozione dello stadio sarà affrontata subito dopo la visita del Papa».
Prima dell’estate Carlo Dore (già consigliere regionale e comunale) aveva riproposto l’ipotesi di trasformare il Sant’Elia in un grande centro dello sport per la Sardegna. Gigi Riva (l’uomo dello scudetto e oggi master della Nazionale), ha fatto più volte sapere di essere contrario all’abbattimento della vecchia struttura perchè funzionante e l’unica in grado di ospitare eventi sportivi internazionali, sottolineando che si tratta di uno stadio di tutti i sardi e non solo di Cagliari.
Ora il presidente della Provincia Graziano Milia fa «un ragionamento culturale» legato al fatto che «queste strutture, come il Sant’Elia, ma anche l’Olimpico di Roma, «erano il frutto di uno slancio di modernità: di un Paese che stava cambiando. E che come tali rappresentano una fetta della nostra storia. Non voglio entrare nel merito delle prerogative del Comune, assolutamente, e nemmeno giudicare l’ipotesi proposta dal presidente del Cagliari calcio... Io faccio solo un ragionamento culturale sull’importanza storica dell’attuale stadio».
Il presidente Milia non lo dice, ma il suo discorso è un invito a valutare il valore paesaggistico della struttura, intendendo questo termine anche come paesaggio vissuto dalla città come elemento della sua identità.
Tra i problemi aperti c’è la domanda: chi sarà il proprietario dell’eventuale bene-nuovo stadio? L’ipotesi, se il terreno fosse ceduto gratuitamente, è che resti di proprietà del Comune, che lo riavrebbe dopo una concessione pluridecennale. C’è inoltre il problema delle garanzie che il Cagliari calcio dovrà dare per il credito sportivo qualora, come sembra, sia questa la fonte di finanziamento.
La prima ipotesi della nuova struttura venne presentata al Comune durante l’ultima consiliatura guidata da Mariano Delogu. Venticinquemila posti, più centri commerciali e palestre all’interno. Poi la proposta venne rivista, via gli ipermercati, al loro posto: esercizi di vendita legati allo sport e palestre varie.
Infine nell’ultima offerta (da realizzarsi in un’area adiacente allo stadio attuale) niente negozi, ma bar, ristorante e otto «sky box», piccoli appartamenti di lusso con vetrate panoramiche (per ospiti o altro). Il numero dei posti resta di venticinquemila e tutte le tribune sono coperte con speciali pannelli. La struttura dello stadio è tale da permettere la vicinanza del pubblico (aspetto, questo, sottolineato più volte da Cellino).