DICHIARAZIONI ONLINE
Le dichiarazioni dei redditi online? «Se il Governo pensasse a misure più serie per sconfiggere l’evasione fiscale e migliorare i conti pubblici sarebbe meglio. Invece...». Invece chiede ai sindaci delle grandi città così come dei piccoli centri di pubblicare sul sito istituzionale tutte le situazioni patrimoniali dei cittadini. E i sindaci sardi rispondo (quasi senza distinguo) con un secco no. Così per quello di Cagliari che si dice favorevole alla proposta no dice il primo cittadino di Quartu, no dice quello di Olbia e no, tra gli altri, lo dice pure il sindaco di Mandas, che oltre a essere l’amministratore di un piccolo centro è anche il vicepresidente regionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani.
DA ZEDDA L’UNICO SÌ Le posizioni, comunque, aldilà della semplificazione sì-no sono variegate, tengono conto di situazioni anche ambientali differenti e si basano su un testo che ancora non è legge, e che prima della sua approvazione potrebbe essere ancora modificato. Detto questo, «figurarsi se uno come me, i cui redditi e la cui situazione patrimoniale è pubblica e accessibile a tutti, potrà dire di no alla pubblicazione ». L’unica obiezione del primo cittadino di Cagliari è di altro genere. Non tanto sull’efficacia del provvedimento («ogni atto che può aiutare a diminuire o eliminare l’evasione fiscale è bene accetta», spiega infatti Massimo Zedda) quanto sulla sua legittimità dal punto di vista legale e sull ’opportunità, in una terra in cui i sequestri di persona sono una ferita ancora aperta, di fare i conti in tasca ai cittadini. E soprattutto di renderli consultabili da parte di tutti: «Non appena conoscerò nel dettaglio le misure specifiche inserite all’interno della manovra finanziaria - è la conclusione del primo cittadino del capoluogo - con le modalità e gli eventuali obblighi in capo alle pubbliche amministrazioni e ai sindaci, mi confronterò con il prefetto per capire come operare e valutare la fattibilità della pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi». Un sì condizionato, quindi, che però non trova d’accordo numerosi altri sindaci sardi. L’obiezione è duplice: da un lato tanti primi cittadini, con in testa i rappresentanti dell’Anci, si chiedono se ci può essere e quale può essere l’apporto delle amministrazioni comunali alla lotta all’evasione fiscale; dall’altro si domandano quanto possa essere un deterrente all’evasione la pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi sui siti istituzionali delle amministrazioni civiche.
I PICCOLI COMUNI CONTRARI Non solo nelle grandi città ma anche e forse soprattutto nei centri minori: «Faccio una premessa: ogni giorno la manovra cambia e chissà se quello di cui parliamo oggi sarà valido domani. Ma di una cosa sono certo - spiega Umberto Oppus, che è primo cittadino di Mandas ed è il vicepresidente regionale dell’Anci - che la mia formazione politica e culturale è democristiana, e che non voglio vivere in un sistema comunista». Dove, spiega poi, «i redditi di tutti i cittadini sono messi a disposizione della curiosità morbosa delle persone. A cosa serve una misura del genere? A chi? Per-
ché?». Insomma, i cittadini di Mandas non dovrebbero correre rischi: «Non sono d’accordo, chiaramente: né per il mio Comune né per gli altri. Come Anci abbiamo indicato i punti sui quali, a nostro parere, il governo sarebbe dovuto intervenire. E tra questi non c’era la pubblicazione della dichiarazione dei redditi online ».NO DA QUARTU E OLBIA E contrarietà rispetto alla misura del Governo arriva anche da grandi centri dell’Isola: il sindaco di Quartu Mauro Contini e quello di Olbia Gianni Giovannelli, seppur su due fronti politici opposti si trovano d’accordo sul no alle liste online. «Avrei un lungo elenco di motivi per i quali sono contrario alla pubblicazione su internet delle dichiarazioni dei redditi - spiega Giovannelli, eletto con una coalizione di centrosinistra - il primo dei quali è la sicurezza dei miei concittadini: non mi prendo la responsabilità di dire a tutti chi, tra gli abitanti di Olbia, è ricco o chi è povero. I primi correrebbero dei rischi inutili, i secondi sarebbero esposti alla curiosità di tutti. Insomma, penso sia solo una boutade pericolosa e poco seria». «È solo questione di morboso interesse per gli affari altrui: non sono d’accordo ora e non lo sarò mai. Detto questo - è il ragionamento di Contini, che invece è un esponente del Popolo della Libertà - il momento è drammatico, i tagli agli enti locali rischiano di farci soccombere e di non riuscire a garantire i servizi ai nostri cittadini, i sacrifici impongono ristrettezze a tutti, e il Governo, che è espressione della mia parte politica, cosa fa? Ci chiede di mettere online i soldi dei cittadini. No, no, no: non ci siamo».
Giacomo Bassi