CULTURA IN 3D
REGIONE Quasi 4 milioni di euro per il recupero di monumenti, ma solo sugli schermi dei computer. E l’appalto ipertecnologico è bloccato per un ricorso al Tar: mancava un “obsoleto” timbro
Quattro milioni di euro reali investiti in archeologia virtuale. La Regione ha promosso un bando da 3.920.000 euro per la ricostruzione in 3D dei principali siti di importanza storico artistica dell’isola. Tra questi anche l’Anfiteatro romanosoffocato dalla legnaia che, stando a quanto certificato dalla Soprintendenza, lo ha seriamente danneggiato: il restauro, secondo la Soprintendenza, costerà un milione e mezzo di euro. Oggi è ormai deciso che l’Anfiteatro debba essere liberato dalle gradinate in legno, il problema è proprio trovare i soldi per l’inter vento. «Non entro nel merito delle scelte della Regione», commenta pacato il soprintendente Marco Minoja che si limita ad aggiungere: «Bene la ricostruzione in 3D. Ma è una scelta che avvalora la necessità di restituire l’anfiteatro alla sua integrità. Oggi come oggi non sarebbe possibile nemmeno la scansione ottica per permettere la ricostruzione virtuale. Per il progetto della Regione mi auguro che il risultato sia commisurato alla spesa». Ma la gara “Patrimonio culturale Sardegna virtual archaeology” ha già avuto qualche problema e la cyber rivoluzione si è inceppata a causa di obsoleto timbro. Proprio il mancato sigillo su una busta sarebbe costata l’esclusione di uno dei concorrenti: la Space Spa è subito ricorsa al Tar, ritenendo di aver subito un torto. L’udienza di merito è stata fissata per il 16 novembre ma in prima battuta il tribunale amministrativo ha dato ragione alla società (un tempo controllata dalla fallita Atlantis), sospendendo il provvedimento che la escludeva dalla gara. Tutto questo però ha frenato l’assegnazione del bando scaduto nel settembre 2010. Quasi un anno. «La prossima settimana tutto si dovrebbe sistemare», sostiene l’assessore regionale ai Beni culturali Sergio Milia. Che all’ipotesi di possibili critiche vista la cifra importante per il progetto per l’archeo - logia virtuale risponde: «Si parla tanto di tagli alla Cultura ma a ben guardare alla fine la Regione non ha tagliato niente», e poi aggiunge: «Questo sarà un tassello importante per la valorizzazione di un patrimonio archeologico unico al mondo ma anche per la realizzazione di uno strumento fondamentale per la promozione del turismo fuori stagione ». Dunque chiunque si aggiudicherà la gara “Virtual archaeology” dovrà ricostruire in tre dimensioni monumenti, castelli, tombe dei giganti e villaggi nuragici con sistemi integrati in grado di dialogare tra loro attraverso continui rimandi e luoghi diversi e informazioni. L’obietti - vo, stando a quanto recita il testo di gara, è quello di promuovere e diffondere il patrimonio storico dell’Isola con “prodotti accattivanti nella grafica, ricchi di informazioni interattive, tanto da divenire uno strumento didattico innovativo”. Si vuole così consentire l’accesso in strutture parzialmente chiuse evitando che l’eccessivo flusso di pubblico possa danneggiarle.
Maddalena Brunetti redazione@ sardegnaquotidiano. it
RICORSI E TECNOLOGIA info I MONUMENTI NELL’APPALTO
Dovrebbero essere ricostruiti i circoli megalitici di Li Muri, la necropoli di Sant ’Andrea Priu, la tomba dei giganti di Thomes, l’area archeologica di Vilagrande, il villaggio nuragico di Barumini, la necropoli punica di Sant ’Antioco, l’Anfiteatro, l’area archeologica di Sant ’Eulalia, le terme di Fordongianus, le basiliche di Cuglieri, il monastero di Semestene, il castello di Sardara, quello di Posada, il palazzo di Baldu, la torre costiera di san Miguel ad Arbatax, un impianto minerario a scelta e la laveria di Nebida. «Oggi come oggi non sarebbe possibile nemmeno la scansione ottica dell’Anfiteatro per permettere la ricostruzione virtuale » . Marco Minoja Sovrintendente ai Beni Archeologici