Rassegna Stampa

Sardegna 24

Tutti insieme verso La Mecca

Fonte: Sardegna 24
31 agosto 2011

 

La fine del Ramadan, mese sacro dei musulmani, è stata festeggiata da 1300 persone e dai politici di centrosinistra

 

Richiamati dai canti di invocazione diffusi dagli amplificatori, i musulmani di Cagliari si sono ritrovati nel padiglioneEdella fiera campionaria per festeggiare la fine del ramadan. Sono arrivati in piccoli gruppi ed hanno pian piano riempito la grande sala. Nel capannone illuminato da neon e col pavimento in cemento, si sono tolti le scarpe, hanno preso il loro posto sulle stuoie e, disposti verso La Mecca, hanno iniziato la preghiera collettiva. Felici. Non solo perché la fine del Ramadan è un giorno di festa, masoprattutto perché quest’anno, per la prima volta, l’hanno potuta celebrare senza doversi sdraiare sulla strada, tra macchine e fioriere, nella piccola via della Marina su cui s’affaccia l’unica moschea cittadina. Il comuneha offerto gratuitamente lo spazio di viale Diaz ai fedeli islamici. «Una bella occasione di libertà – l’ha definita anche don Marco Lai, parroco di Sant’Eulalia, presente alla festa – tante persone che altrimenti non avrebbero partecipato sono invece qui». Quello che balzava subito all’occhio, infatti, oltre al grande numero di fedeli, era la presenza di tante famiglie. Donne col velo e bambini col costume della festa. Fatto impossibile da vedere durante la preghiera del venerdì.Ledonneper pregare avevanounospazio riservato, distinto da quello degli uomini: una sorta di separé, chiuso sui quattro lati. Altre mamme con bambini più piccoli aspettavano la fine del rito sedute in disparte. Tante eranole italiane sposate con musulmani. Un bello spot per l’integrazione fra le culture. È stato l’imam Triki Mehrez a celebrare la breve preghiera collettiva, eccezionalmente aperta anche ai non musulmani. «Ha mandato un messaggio di fratellanza per tutti i fedeli», haspiegatoLucaDeMartini, cagliaritano convertitosi all’Islam e divenuto uno dei responsabili dell’associazione islamica “El Hoda”.Dopola preghiera, è iniziata la vera e propria festa. La fine del mese di digiuno è stata onorata con l’assalto alle teglie contenenti un particolare dolce palestinese, fatto con farina di cocco, zucchero, mandorle e noci innaffiato del tea arabo. «Stancomafelice» girava freneticamente per il padiglione Sulaiman Hijazi presidente dell’associazione “El Hoda”. «Non mi aspettavo tanta gente –ha detto – saremo più di 1300, tra musulmani ed ospiti, spero non sia un fatto eccezionale ma l’inizio diun percorso». L’auspicio di Hijazi è stato confermato dalle parole dei tanti ospiti politici intervenuti alla fiera. Tutti del centrosinistra. Assente il sindaco Zedda, il suo assessore alle Politiche sociali, Susanna Orrù, ha parlato dell’urgenza di trovare in città un luogo dignitoso da adibire a moschea. «È partita una mappatura del patrimonio comunale–ha spiegato –vogliamo individuare una struttura adatta ad ospitare una comunità cresciuta sensibilmente negli anni». Hanno partecipato ai festeggiamenti, tra gli altri, anche l’assessore Angela Quaquero e il presidente del Consiglio Roberto Pili per la provincia, Marco Espa, consiglierePdin Regione, e Michele Piras, coordinatore regionale di Sel. Tutti hanno ribadito l’importanza di unapolitica che favorisca l’integrazione tra le diverse fedi, fermo restando l’approccio laico alla gestione della cosa pubblica. Ultimo ad intervenire è stato don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana, in prima linea nell’accoglienza ai migranti che arrivano in città da Lampedusa. Parlando ai presenti, e forse anche a qualche assente, ha ricordato che «non esiste una laicità che rimuova,masoltanto la laicità che riconosce».

 sardegna@sardegna24.net di CARLO PODDIGHE