Il sindaco di Cagliari: il governo vuole che mettiamo le mani nelle tasche dei cittadini
VINDICE LECIS
ROMA. «I Comuni, gli enti locali non ce la fanno più. Vuol sapere una cosa? Abbiamo già dovuto rallentare i pagamenti ai fornitori, si sta fermando la spesa della macchina pubblica. Quale fornitore che lavora per un ente potrà mai aspettare per essere pagato sette-otto mesi»? Massimo Zedda, il sindaco di sinistra che ha strappato Cagliari al centro destra, boccia decisamente la manovra riscritta ad Arcore. «Anche Tremonti capisce che, al di là dei tagli e delle iniquità, non basterà, si parla già di un nuovo provvedimento».
I tagli agli enti locali sono stati ridotti ma non azzerati come chiedevate.
«La prima cosa che emerge è che i conti non quadrano mentre il debito pubblico appare decisamente fuori controllo. Non si possono chiedere agli italiani dei sacrifici, come per le pensioni, senza una strategia. La manovra infatti non è risolutiva, colpisce chi è già tartassato, come i cittadini, e i Comuni che devono dare risposte ed erogare servizi. Così non è possibile».
Che cosa causeranno questi nuovi tagli?
«Che le cose per i Comuni andranno sempre peggio per quanto riguarda i servizi, trasporti, assistenza, asili. A Cagliari, ad esempio, gravano 450 mila persone tra residenti e abitanti della provincia, un terzo della popolazione sarda. Ebbene, stiamo già scontando tagli dei trasferimenti previsti per 17 milioni. Ora stiamo facendo i primi conti di quanti ce ne saranno sottratti con questa manovra. Prevedo nuove e gravissime difficoltà. Il primo risultato è che stiamo rallentando i pagamenti ai fornitori. Si aggiunga che i soldi disponibili per i Comuni sono bloccati dal patto di stabilità che prevede sanzioni per chi sfora il tetto. In pratica dal 2012 la spesa pubblica si bloccherà a maggio».
Dovrete operare tagli o ridimensionare i servizi?
«Sarà sempre più difficile fornire servizi adeguati per trasporti, assistenza, infanzia. Il governo fa il contrario di quello che serve».
Il governo dice che non potete sottrarvi al rigore
«Questo è un rigore a senso unico, punitivo, che provoca stagnazione e non fa differenza tra comuni virtuosi e spendaccioni, nel senso che colpisce indistintamente».
Avete intenzione di aumentare le imposte?
«Sicuramente no. I cagliaritani, ad esempio, sono già coloro che pagano la tassa rifiuti tra le più alte e non intendo tartassarli ulteriormente. Il governo dice che non vuole mettere le mani in tasca degli italiani, in realtà crea le condizioni perché le mettano i Comuni. Ciò che davvero indigna è che siamo diventati i parafulmini della politica sui quali si scaricano decisioni vessatorie e inique. Senza investre un euro sullo sviluppo».