Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sos per il diporto: nautica impossibile senza gli scivoli a mare

Fonte: La Nuova Sardegna
31 agosto 2011


Fadda: «In porto non si può fare». Onorato: «Il pubblico se vuole può realizzare accessi gratis». Solo 28 gratuiti in tutta l’isola

CAGLIARI. Cagliari città di mare ha soltanto due postazioni dove ci sono scivoli aperti a chi ha un gommone, una barchetta a motore o un guscio a vela, ma non appartiene a nessun club nautico. Poi ci sono i turisti con gommoncino al seguito: la città non offre niente di speciale neppure per loro. Un lettore scrive una lettera dove racconta di questa piccola realtà inospitale, segno che il traguardo da raggiungere, la città turistica, è ancora più ambizioso di quanto si potesse immaginare.
«Qualche riga per documentare una situazione paradossale e davvero bizzarra: Cagliari vuole essere città turistica e affacciarsi al turismo nautico e lo fa spendendo fior di soldi pubblici, eppure in città solo uno scivolo a mare, per gommoni e piccole imbarcazioni anche cabinate, è agibile gratuitamente. Sullo scivolo della Lega navale si affollano le barche carrellate in lunghe attese, mentre un altro scivolo esistente in darsena è gelosamente chiuso con catena e lucchetto dalla Capitaneria». Il lettore che scrive firmandosi con nome e cognome presenta una fotografia riconoscibile di Su Siccu dove la marineria Sant’Elmo offre lo scivolo (spiegano i titolari, della famiglia Deplano), basta andare alla Lega Navale e l’accesso è assicurato. Il punto è che, essendo l’unico accesso di un lungomare esteso, non sorprende che tutto il piccolo traffico si concentri lì e che quindi in estate si faccia la fila. Poi, Marina Piccola. Segnala il lettore: «Ci sono due scivoli, un terzo era insabbiato, oggi sarebbe agibile ma i ruderi della vecchia struttura non sono stati rimossi e sono pericolosi: l’altro si trova sul molo martello, bisogna accedere all’area data in concessione, sbarrata, senza indicazioni che avvertano il diportista dell’esistenza della struttura a cui avrebbe diritto. Il concessionario si guarda bene dal farlo, visto che lo scivolo è a pagamento. Non dimentichiamo che gli scivoli a mare non servono solo al pescatore della domenica, che pure ha il suoi diritti, ma serve anche a chi, con barca al traino, sbarca dal traghetto e si fa 15 giorni lungo costa, tra calette e ristoranti. Calamitare il diportismo nautico verso l’isola non può privilegiare solo i tracannatori di champagne a go go». Gianni Onorato, titolare della Motomar concessionaria di Marina Piccola, spiega: «Lo scivolo davanti alla pizzeria Deidda è a disposizione di Yacht Club e Lega navale e anche di coloro che vogliono mettere la barca in mare. Si spendono 18 euro e con questi si può lasciare in porto la macchina col carrello. C’è anche un altro scivolo, al molo martello, affianco dell’area col distributore di benzina, anche questo a pagamento, stessa cifra. E’ vero che esiste un terzo scivolo, è in fondo al porto, si nota per la grossa gru accanto, è vero anche che è interrato, ma più che uno scivolo è uno scalo coi tronchi per far rotolare in mare le barche». Insomma, è vero che non c’è un ingresso gratuito: «Non ce l’ho io - conferma Onorato -, se il pubblico lo vuol fare ha modo di realizzarlo dove vuole». E’ vero anche che non è segnalato: «In porto non si può entrare con la macchina - continua il concessionario, chi entra con la barca sul carrello viene indirizzato all’ufficio e quindi al molo martello o all’altro scivolo». Quindi: se si sa che a Marina Piccola c’è lo scivolo a pagamento, non c’è bisogno del cartello.
Un elenco degli scivoli a mare esiste: consultarlo su internet si può, bisogna conoscere il sito, che non ha un nome immediatamente collegabile al servizio reso. Si chiama infatti «digilander.linero.it/summer.sardinia./special%scivoli/scivoli.sardinia». Scorrendo l’elenco si scopre che neppure il resto della Sardegna è così attrezzato come il lettore auspica: appena 28 discese a mare libere lungo l’intero perimetro costiero isolano. Due sono a Cagliari (ma qual è allora il secondo?) due a Quartu, poi c’è Perd’e sali (Capoterra). Tutti gli altri sono lontani dal capoluogo di regione/città turistica/città di mare e via elencando i titoli un po’ abusati. Ha di nuovo ragione il lettore quando dice che gli scivoli non sono segnalati. Bisogna sapere dove trovarli. Paolo Fadda presidente dell’autorità portuale spiega che in porto «non è possibile allestire scivoli, soprattutto per motivi di sicurezza». Il Comune non ha competenze strette. La Regione ha compilato la mappa dei porti turistici, gli scali a pagamento dei concessionari ci sono. Ignorati, invece, quelli gratuiti. Sembra un controsenso, forse lo è.