Per la prima volta la festa di fine Ramadan in un locale pubblico
BETTINA CAMEDDA
CAGLIARI.L’intero padiglione, quello della Fiera Campionaria di Cagliari, per celebrare la festa di fine Ramadan. Un passo importante per la comunità islamica che per quasi dieci anni ha celebrato il rito in una piccola stanza, adibita a moschea, al rione della Marina. Oltre quattromila persone in una strada, almeno fino a ieri. Per la prima volta la città ha aperto le braccia e le porte della Fiera ai fedeli di religione islamica che, dopo la preghiera, si sono uniti nella Aid el Fitr, la festa di rottura del digiuno. Un appuntamento che ha richiamato anche persone di fede non islamica, invitate al banchetto. Prodotti tipici della cucina araba come la tortina alle mandorle, con ricotta e farina di cocco, cucinati dai volontari delle associazioni Sardegna Palestina e Libano Palestina.
L’Aid el Fitr è una cerimonia importante per i musulmani perché non segna solo la fine del mese di digiuno dal cibo e dalle cose materiali, ma rappresenta un momento di purificazione, di incontro con Allah e coi fratelli musulmani. Uomini e donne in locali separati ma in un’unica struttura, così come vuole il Corano, impegnati nella Salat Al-Eid, la preghiera guidata dall’Imam: «Ringraziamo il sindaco, i cagliaritani, soprattutto quelli della Marina e quanti che ci hanno permesso di celebrare la preghiera alla Fiera - dice l’Imam Mehrez Triki - siamo in tanti e per noi non è più possibile continuare a pregare per strada. Oggi siamo contenti ma la mia speranza resta quella di trovare presto un luogo adatto dove pregare». Il padiglione della Fiera è infatti una sistemazione concessa per la ricorrenza: il frutto di una lunga trattativa condotta dall’assessore comunale al patrimonio Gabor Pinna. E in questo senso il neo sindaco Massimo Zedda sembra voler continuare il processo di integrazione delle comunità presenti in città: «Stiamo elaborando una mappatura del territorio per verificare quali spazi destinare per la preghiera alla comunità islamica - spiega Susanna Orrù, assessore comunale alle politiche sociali - di certo un’iniziativa di apertura e di conoscenza come questa può essere utile nel processo di integrazione e rispetto delle diverse culture». Tra gli invitati anche Don Marco Lai, il parroco di Sant’Eulalia: «E’ importante favorire l’integrazione perché al centro di tutto c’è la persona e il credente rappresenta una risorsa, speriamo che questo sia un passaggio verso la moschea».