Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Assessore: «Giù le mani dal Formez»

Fonte: La Nuova Sardegna
3 settembre 2008

MERCOLEDÌ, 03 SETTEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

FORMAZIONE 



Sos perché la sede della qualificata tecnostruttura resti in Sardegna




ALESSANDRA SALLEMI

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CAGLIARI. Fra un mese i tecnici del Formez (agenzia pubblica di formazione e studi) saranno a Barcellona per dare lezioni di cambiamento nella pubblica amministrazione («Pa») a un tavolo europeo, l’anno scorso Cagliari è stata frequentata da un gruppo di funzionari cinesi mandati dal governo per formarsi ai percorsi dell’innovazione nella «Pa». In Europa, quando si deve affrontare il tema dell’innovazione nelle strutture amministrative pubbliche, si compone il prefisso 070 e le mail sono tutte indirizzate al centro con le belle finestre sul porto di via Roma. Ma i ventuno dipendenti, la rete dei collaboratori, i centri universitari sardi coinvolti per anni in progetti internazionali, da luglio vivono un brutto sogno: quello di chiudere l’intera baracca (l’ha detto il ministro Brunetta) coi dipendenti che (forse) vanno a Roma e la rete di stagisti, docenti, ricercatori, professionisti sardi mai più inserita in lavori come quello (un esempio) che ha portato i concetti e le pratiche di marketing territoriale e project management nei paesi dell’Est europeo e ha formato quei funzionari. Negli ultimi sei mesi del 2008 «delle 160 attività in agenda Formez, 84 sono stare realizzate nella sede Formez di Cagliari: la metà del lavoro con meno del 5 per cento delle risorse umane dell’Agenzia». La sede del Formez è a Roma. Ce n’è un’altra grande a Napoli. A Bari, Vibo Valentia e Palermo funzionano uffici periferici: Cagliari è una vera sede ma in più si è costruita una reputazione internazionale di eccellenza in un campo complesso quale è l’ideazione e la gestione del cambiamento nelle strutture organizzate con la fondamentale attenzione alla formazione del personale; prima si occupava anche di imprese, dal 1998 il Formez è stato riformato esclusivamente per la pubblica amministrazione, con progetti suggeriti, voluti, molto spesso finanziati dall’Unione europea impegnata a promuovere le buone pratiche amministrative. Il luglio nero sardo dell’innovazione nella «Pa» è cominciato con una gaffe neppure lieve fra istituzioni. Ai primi del mese i proprietari dei due stabili in cui alloggiano gli uffici hanno espresso stupore alla direzione dell’agenzia cagliaritana, i contratti di affitto erano stati disdettati: non ne sapeva nulla neanche la Regione, in particolare l’assessore agli affari generali, personale e riforma, Massimo Dadea. Così il 10 luglio Dadea aveva spedito una lettera al ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Gli aveva detto di condividere appieno l’impostazione data alla modernizzare e al rilancio della «Pa», anche attraverso una razionalizzazione dei costi, ma che c’entrava la chiusura del Formez di Cagliari con una tale impostazione? Inoltre, la Regione è socia del ministero nel Formez sardo: sarebbe servita una consultazione preventiva, almeno. Dadea non ha ricevuto risposta, ma il 27 agosto, sul giornale «Libero», Brunetta ha ribadito che, per contenere i costi, chiuderà la sede di Cagliari e trasferirà fuori dal centro quella di Roma. L’assessore ieri ha rilanciato il dissenso sull’operazione in un comunicato, con un appello ai parlamentari sardi.
Al Formez si commenta con preoccupazione. Così Gianni Agnesa: «Mentre l’Europa costruisce centri di eccellenza diffusi nel territorio (lo fa anche la pur supercentralista Francia), qui si sta mettendo l’orologio indietro, considerando la sede di Cagliari un costo e non un investimento. E poi, quando si parla di razionalizzazione dei costi i parametri di valutazione esistono (produttività, risultati): noi vorremmo mostrare i nostri. E’ da mesi che sono stati sospesi premi di produzione, indennità di posizione, insomma che i nostri stipendi sono stati congelati: ci rendiamo conto, l’abbiamo accettato. Ma se c’è bisogno di tagliare ancora chiediamo di partecipare a un programma senza togliere alla Sardegna una tecnostruttura avanzata con un indotto qualificato».