Tuvixeddu
«La lettera di Legambiente a Galan su Tuvixeddu? Solo un insulto al buon senso di chi ha la memoria storica della vicenda, visto che furono loro a bloccare il progetto del parco archeologico». Lo dice Antonello Gregorini, fondatore del Polo Civico, che in una nota contesta la richiesta di intervento inviata sabato al ministro dei Beni Culturali. La necropoli punica torna a far litigare gli ambientalisti, che già in passato si sono divisi sulla tutela del sito e sulla realizzazione del parco archeologico previsto nel 2000 dall’accordo di programma firmato da Regione, Comune e Coimpresa. Legambiente, Italia nostra, Wwf e Gruppo d’intervento giuridico si sono sempre espressi a favore di una tutela integrale del colle, il Polo civico invece si è dimostrato più aperto al dialogo anche con l’impresa di Gualtiero Cualbu. A far riaprire il dibattito la lettera inviata sabato a Galan, in cui Vincenzo Tiana riferiva di un sopralluogo nella necropoli punica. “Si è constatato lo stato di abbandono di tutta l’area e in particolare della zona circostante la Tomba romana di Caius Clytius Rubellius interamente scavata nel costone roccioso. Si tratta di un monumento di notevole importanza che conserva ancora una iscrizione sopra l’architrave. Miracolosamente conservata per duemila anni, è esposta alle intemperie e ad ogni tipo di possibile vandalismo. Episodi di aggressione che hanno interessato nel corso dei decenni l’interno del monumento”, scrive il presidente di Legambiente nel documento inviato anche al presidente della Regione Cappellacci e al sindaco Zedda. «L’associa - zione nel chiedere l’intervento del ministro dimentica di essere, lei stessa, la causa del fallimento del progetto di ampliamento del parco per il quale il Comune di Cagliari ha perso parte dei fondi: il definanziamento di una parte dei 3.873.083 euro disponibili», accusa Antonello Gregorini ricordando che il progetto, ora bloccato, riguardava un’area di 29 mila metri quadri sul versante che si affaccia su viale Sant'Avendrace. «Prevedeva l'ampliamento del perimetro del parco, la messa in sicurezza di altre tombe e delle grotte occupate dai senzatetto, la realizzazione di nuovi accessi, la sistemazione di percorsi e di luoghi di sosta, il recupero del Villino Serra, il recupero dei luoghi ipogei», ricorda Gregorini. «Paradossalmente oggi vediamo chiedere un intervento urgente al ministro le stesse persone che hanno causato la chiusura del nuovo parco». Paola Pilia