Il quartiere per una sera è diventato un museo all'aperto
In più di ventimila per le strade del rione
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Una passeggiata per le vie di Castello per far conoscere anche gli aspetti meno noti di una delle zone più importanti della città.
Mercoledì, con l'iniziativa “Luci a Castello”, il quartiere è diventato per una sera una sorta di museo all'aperto. Una “Notte Bianca” che si è svolta per la prima volta in un ambiente inconsueto, tra attività commerciali e artigianali, la visita di mostre di artigianato locale, visite guidate nei palazzi storici, racconti sulle famiglie nobili del quartiere, degustazione di vini tipici sardi. «È una grande soddisfazione vedere Castello vivo e vitale», racconta Rita Piredda, la stilista cagliaritana che ha organizzato l'evento, al quale «hanno partecipato oltre ventimila persone».
La serata è stata un'occasione per riappropriarsi di quei luoghi e monumenti solitamente oggetto di uno sguardo veloce. La carta vincente è stata l'abilità di miscelare codici diversi (visivo, uditivo, gustativo) per coinvolgere tutti i sensi e stimolare la partecipazione. «È bellissimo», dice Manuela Desogus, giovane avvocato, che a Castello vive da pochi anni; «il quartiere ha bisogno di queste vetrine». «Una sorpresa», racconta una coppia a fine serata. «Non avevamo mai visto tante cose di questo quartiere, oggi abbiamo conosciuto una nuova realtà». Non solo, però, giudizi positivi. «Più che di luci a Castello sarebbe opportuno parlare di luci sul degrado di Castello», racconta la proprietaria di un laboratorio di ceramica in via Lamarmora chiuso dal 2007. «L'iniziativa è lodevole ma non è sufficiente questo per rilanciare il quartiere».
Mauro Madeddu