Spettacolo indecente dal molo Sant’Elmo fino a Sant’Elia, passando per il Nervi
Un’area di oltre due chilometri. Partendo dal Molo di Sant’Elmo, nella zona della Fiera, fino alla strada a scorrimento veloce davanti al quartiere di Monte Mixi. Rifiuti abbandonati ma non solo. Ci sono anche numerosi i residui di materiale bruciato, oltre all’incuria della vegetazione e del manto stradale.Unospettacolo tutt’altro che piacevole, quello che si nota fin dal retro del rudere conosciuto come padiglione Nervi, allo stato attuale in fase di ristrutturazione. Una struttura, quella del padiglione Nervi, presa più volte d’assalto da ignoti, i quali non si sono messi scrupoli nell’appiccare incendi e imbrattare le pareti in tutti i modi possibili. Azioni compiute nonostante un cartello che segnala il divieto d’entrata, trattandosi di un’area demaniale in fase di rifacimento. Tre metri sotto il livello della strada, percorsa da sole autovetture vi è un’altra strada, molto più stretta, che costeggia un tratto del canale di Mammarranca. Un’area totalmente abbandonata. Arrivati adun certo punto, da cui si nota la sagoma dello stadio Sant’Elia, spuntano i tubi con tanto di filo per pescare. Anche se i livelli di limpidezza e pulizia delle acque del canale, infimi, inviterebbero qualunque pescatore ad andare verso altri specchi d’acqua. Restano i rifiuti i veri protagonisti. Fin dalla zona dietro il Molo di Sant’Elmo fanno bella mostra di sé copertoni di ruota, sacchetti della spazzatura e rifiuti d’ogni tipo. Complice la fitta vegetazione, che permette d’agire indisturbati e lontano da sguardi indiscreti. Una vera e propria zona terra di nessuno. Sconosciuta ai più e nota a chissà quali teppisti che non si mettono problemi ad utilizzarlacomediscarica abusiva. Fattori quali la fitta vegetazione ed unaragguardevole distanza dalle abitazioni permettono di usufruire dell’area per qualsivoglia motivo, in tutta calma. Un percorso che potrebbe essere utilizzato in svariati modi. Questo il pensiero condiviso di Angelo Pili, ambientalista e presidente dell’associazione Aloe Felice e di Massimiliano Deidda, libero professionista e presidente di Ambiente Sardegna. «Un percorso per gli amanti delle biciclette, per esempio», questo uno dei suggerimenti di Pili e Deidda «oppure un percorso naturalistico con tutti i crismi». Tra le varietà di piante presenti non mancano, infatti, tutta una serie d’erbe officinali. «Questa è un’area della città sconosciuta a tantissime persone, poter intervenire per renderla fruibile dai residenti e dai turisti ritengo sia un’idea tutt’altro che malvagia», fanno notare i due ambientalisti. «Conosciamo questa difficile realtà da tanto tempo», sotolineano, «l’abbiamo segnalato più volte alle istituzioni ma nulla è cambiato ». È possibile che nulla sia mai stato fatto, dal momento in cui resta un fondamentale nodo da sciogliere. Capire se l’area, soprattutto la parte intorno al Molo di Sant’Elmo sia sotto la giurisdizione del Comune o dell’Autorità Portuale. In attesa di venire a conoscenza di questa domanda,continua il degrado di un pezzo di territorio che fa parte, primariamente, della città di Cagliari. Dimenticato da anni. Probabilmente, visto il livello del degrado, almeno da un decennio. Pa. Ra.