Il neo resta la città che non ha mai stretto un’alleanza con la cultura
ALESSANDRA SALLEMI
CAGLIARI. Quasi mille visitatori al museo archeologico, 787 alla pinacoteca nel lunedì di ferragosto e, salvo 15 stranieri, si è trattato di abitanti di Cagliari e dintorni richiamati dalla mostra di gioielli sardi alcuni dei quali mai esposti prima. Al museo archeologico il boom dura da tempo: frutto di un accordo fra operatori marittimi e direzione per inserirlo nei tour dei crocieristi, non solo di Cagliari. In pari misura, infatti, le sale ricavate nell’ex arsegnale di Castello vengono visitate dai crocieristi che sbarcano a Porto Torres e ad Alghero. Anche la brochure in italiano e in inglese ha contribuito ad attirare l’attenzione dei turisti. Racconta Mariano Zuddas, che in questi giorni sostituisce la direttrice del museo archeologico Donatella Salvi, di come sia stata curata la consegna dei dépliant: «Quattromilacinquecento li ho portati io di persona negli infopoint comunali e poi - continua - li abbiamo portati a Villasimius e a Pula, località vicine da dove spesso i turisti si muovono per venire a visitare il capoluogo. I riscontri li abbiamo con i numeri dei visitatori». Vistosamente cresciuti anche rispetto al 2010 dove si era cominciato a trattare con gli agenti marittimi che gestiscono le crociere in Sardegna ma non si era ancora puntato a informare i turisti che trascorrono le vacanze sulle coste. «L’anno scorso abbiamo totalizzato 66 mila visitatori, nel 2011 - dice ancora Zuddas - tra gennaio e luglio siamo arrivati a 46.500, soltanto a luglio ne abbiamo avuti 7 mila, tra l’1 e il 20 agosto altri 7.061, alla fine del mese potremmo aver raggiunto anche 10 mila visitatori e per il 2011 speriamo nel traguardo di 80 mila visitatori». A fine mese tirerà le somme sul numero di visitatori anche la Galleria comunale, che per tutta l’estate ha organizzato gli Aperitivi ad arte, un appuntamento serale settimanale a tema con attori, musicisti e lettori che intrattenevano i visitatori con piéce teatrali, musiche e reading ispirati alle opere esposte nella Galleria, la serata si concludeva con la visita alle opere e l’idea ha avuto così fortuna che lo staff ha dovuto moltiplicare le visite nella stessa giornata. Dunque si conferma ciò che si sapeva: il patrimonio culturale gestito e proposto attira folle. Ma l’interessante esperienza estiva di tre poli (e non solo: ottimi risultati pure per il museo diocesano aperto anch’esso il giorno di ferragosto), ha messo in luce i difetti del sistema che non c’è: i pezzi rari e a volte unici del museo archeologico così come quelli della pinacoteca sono stati visitati gratis. L’opportuna scelta ministeriale di mettere mano alle convenzioni per le biglietterie non ha avuto la rapidità necessaria, il servizio è stato ribandito finora solo per i più grossi musei italiani, Cagliari e altre città aspettano ancora una soluzione allo sciupìo di risorse sicure, ma anche al vuoto di un servizio cercatissimo quale il bookshop con libri e souvenir. Poi c’è l’altra grave carenza: la città non ha mai stretto un’alleanza coi musei nazionali e quindi il giorno di ferragosto era chiuso il bar della Cittadella, così come i chioschi di viale Buoncammino e anche l’unico negozio di souvenir di Castello. Chiusi anche gli altri tre musei della Cittadella: l’Etnografico (regionale), il museo Cardu e quello delle cere anatomiche (comunali). Il lunedì (ferragosto) è giorno di riposo per tutti: due musei hanno scelto di restare aperti, tre di chiudere. Per la pinacoteca, inoltre, c’è un problema in più: la collocazione. «Sotto il sole, quassù si arriva con difficoltà - spiega Antonello Tocco collaboratore della direttrice Marcella Serreli -, per i disabili, poi, esiste un percorso adatto ma il montacarichi poco usato si guasta spesso. Sulla carta c’è l’ipotesi di rendere permanente il collegamento interno col museo archeologico, cosicché si può passare da uno all’altro senza difficoltà». Sulla carta, però.