Il Comune: «Bisogna creare un’arena aperta a tutti gli sport»
Per la ristrutturazione si punta sull’accordo con la Regione
CAGLIARI. Olimpico della Sardegna, stadio riservato al calcio, impianto polifunzionale per gli sport vari e per gli sportivi, arena dove poter fare anche i concerti. È aperto il concorso di idee per il futuro del Sant’Elia perchè la guerra del nuovo stadio ha come risultato un primo fatto assolutamente certo: il Cagliari calcio giocherà nel vecchio impianto per un anno ancora o al massimo per due, poi emigrerà o sarà costretto a farlo. Dove, non è dato ancora sapere, dato che - a parte Elmas, dove però al momento esiste qualche problemino di buon vicinato con l’Enac - non esiste un’altra sede dove costruire il nuovo stadio. D’altra parte Massimo Cellino lo ha detto fin dal primo istante: «Non c’è un piano B o il Cagliari va a Elmas oppure trasferisco la squadra». Una minaccia reale o i rossoblù saranno davvero costretti a emigrare, magari a Udine? Saranno le prossime mosse a dirlo ma intanto c’è da pensare al futuro del Sant’Elia perchè lo stadio è - come ha ribadito in diverse occasioni quell’icona di Gigi Riva - è un bene dei sardi e come tale va coltivalo. Già, ma che farne? E soprattutto, dove trovare in soldi per una ristrutturazione che oggi più che mai è necessario? Le idee del sindaco Massimo Zedda non sono mai cambiate e ricalcano la linea di condotta seguita nel corso della campagna elettorale. Primo: aspettare quali saranno le decisioni di Cellino, se cioè riuscirà a portare il Cagliari a Elmas o altrove. Secondo: quando ci sarà la sicurezza che la città ha perso la sua squadra, allora si penserà a riqualificare il Sant’Elia. «Naturalmente la speranza è l’ultima a morire - ha aggiunto il sindaco - Nessuno può imputare alcunchè ad un imprenditore privato come ma spero che Cellino ci ripensi, in quel caso ci troverà pienamente disponibili a discutere insieme sul futuro dello stadio». Altrimenti si punterà su un impianto polivalente, in grado di ospitare non solo le partite di calcio ma anche tutta una serie di manifestazioni di carattere sportivo, ricostruendo magari la pista di atletica scomparsa per far posto ai tubi Innocenti e aprendo palestre riservate agli sportivi. Con la possibilità magari di aprire anche ai grandi eventi, concerti e quant’altro. Un polo sportivo dunque, con lo sfruttamento di una serie di spazi come quelli intorno allo stadio, in modo da offrire una risorsa importante a chi vuole fare sport a Cagliari. L’obiettivo è di far nascere alla fine una sorta di Olimpico della Sardegna, come si prevedeva nei primi anni Settanta, al momento della costruzione del Sant’Elia. Resterebbe il problema delle risorse per la ristrutturazione, soldi che potrebbero arrivare anche dalla Regione: «Siamo pronti ad ogni eventualità, ma la priorità è naturalmente il recupero del Sant’Elia». Aspettando sino all’ultimo il presidente Cellino e tenendo conto che tra due anni, nel 2013, scade anche la convenzione con il Cagliari calcio. (ad)
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