Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Crocifisso? Si pensi alle energie pulite»

Fonte: L'Unione Sarda
24 agosto 2011

Parla Giorgio Asuni

 Vedi la foto Riceviamo e pubblichiamo
Nei giorni scorsi si sono lette sulla stampa locale alcune posizioni espresse dal sindaco di Quartucciu, da Massimo Fantola, leader dei Riformatori Sardi e in ultimo da Claudio Cugusi Consigliere Comunale di Cagliari a seguito della decisione del sindaco di Cagliari di rimuovere il crocifisso dall'ufficio.
Non entro nel merito delle singole posizioni, mi chiedo piuttosto se la fase in cui viviamo, resa ogni giorno più cupa dalla crisi generale: la situazione economica è terribile, i provvedimenti annunciati dal Governo per affrontarla pesantissimi per i Comuni e le proprie comunità e noi troviamo il tempo per appassionarci di “altro”. Delle energie rinnovabili, delle agro energie e del trattamento dei rifiuti, ad esempio. Mi permetto di fornire qualche spunto di riflessione.
La creazione di reti di teleriscaldamento, grandi (alimentate da termovalorizzatori di rifiuti solidi urbani) e piccole (alimentate da biomasse legnose) deve essere vista come priorità fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale, che impegna di fatto tutte le regioni a triplicare la produzione da fonti rinnovabili entro il 2020. Osserviamo ciò che accade per i rifiuti solidi urbani: è di poche settimane fa la decisione assunta dagli uffici dell'Igiene del suolo di prorogare per altri 8 mesi, fino al 31/12/2011 il contratto con il Tecnocasic per incenerire i rifiuti di Cagliari. Un milione di euro al mese per incenerire la spazzatura del Comune di Cagliari costi che verranno coperti con le tasse sui rifiuti (Tarsu ) pagata dalle famiglie cagliaritane, tra le più alte d'Italia.
La sola città di Cagliari spende ogni anno oltre 8.350.000 euro a seguito dei costi stabiliti dalla Regione ed è la stessa Regione a imporre l'inceneritore del Tecnocasic come impianto di riferimento per lo smaltimento finale. Insomma il ciclo dei rifiuti solidi urbani serve solo ad alimentare il business dell'incenerimento e dei signori delle discariche scaricando questo costo, in continuo aumento, sui bilanci delle famiglie sotto forma di tassa, poco importa se si differenzia o meno, i costi non scendono mai. Davvero è possibile continuare ad assistere passivamente a questa situazione? Possiamo continuare a distruggere ricchezza con l'incenerimento fine a se stesso delle migliaia di tonnellate di rifiuti senza che da essi ci sia alcun ritorno alle famiglie? Si pensi solo al calore che si produce nei forni di incenerimento e quanta energia si butta in atmosfera senza che essa produca alcun ritorno per le famiglie. La Regione deve cambiare, se davvero come dice crede nell'energia pulita, sia conseguente e metta in opera azioni che puntino a questa scelta strategica.
Giorgio Asuni
(Consigliere Comunale di Ussana)