TASSE LOCALI
I CALCOLI Una ricerca elaborata dall’Anci e dal “Sole 24 Ore” stima in oltre 17 milioni di euro i tagli subiti dal Comune. L’assessore al Bilancio: «Stiamo facendo ancora le verifiche»
I cagliaritani sono avvisati: la stangata d’autunno è in arrivo. Con la Finanziaria che anticipa di due anni l’obbligo del pareggio dei conti statali (che passa dal 2014 al 2012), anche i Comuni dovranno chiudere gli obiettivi di bilancio senza disavanzo per poter rientrare entro i limiti imposti dal patto di stabilità. Un meccanismo di controllo dei conti degli enti locali che premia con maggiori trasferimenti le amministrazioni virtuose e punisce quelle non virtuose, anche facendo pesare su esse i maggiori trasferimenti sulle prime. E tra le non virtuose c’è anche Cagliari. LE RICADUTE IN CITTÀ Nel capoluogo, secondo una proiezione elaborata dal Sole 24 Ore su dati Anci-Ifel, il combinato disposto dal rispetto del patto di stabilità e dalle nuove misure inserite nella Finanziaria nazionale, porterà a un incremento delle spese per ogni cittadino nell’ordine di 111,2 euro all’anno. Una stangata, appunto, che rischia di abbattersi sui cagliaritani, che tra l’altro in tutta Italia sono quelli che pagano di più per la fruizione dei servizi locali: raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, trasporto pubblico, asili nido e utenze domestiche. Secondo uno studio del ministero dello Sviluppo economico, una famiglia di Cagliari composta da tre persone sborsano ogni anno in media 3.564 euro, che diventano 4.140 se alle spese standard si aggiungono anche le addizionali Irpef regionali e comunali. E oggi a fronte di questi esborsi già da record, rischia di aggiungersi anche il rincaro di 111,2 euro a persona. Ma la stima calcolata dall’Anci e dal quotidiano finanziario non convince il Comune di Cagliari. Tanto che l’assessore al Bilancio Gabor Pinna fa sapere tramite i suoi uffici che sta lavorando a quelle cifre, per capirne la precisione e, nel caso, capire in quale modo intervenire. E l’intervento rischia di essere uno solo: quello di un ulteriore aumento delle imposte locali che vadano a coprire i mancati trasferimenti dallo Stato. Attualmente infatti la spesa media dell’amministrazione del capolugo isolano per i servizi essenziali è pari a 198 milioni di euro all’anno, ma i fondi che via Roma avrà a disposizione non saranno sufficienti a coprire queste spese. Secondo la manovra, infatti, per calcolare il gap da colmare il prossimo anno, i Comuni dovranno aggiungere al proprio pareggio di bilancio il 16% della spesa corrente media (i 198 milioni di euro): un meccanismo che porta a individuare un fabbisogno di quasi venti milioni superiore ai trasferimenti. Da qui la necessità di reperire nuove entrate, la cui più immediata soluzione è quella di inasprire il carico fiscale per i cagliaritani. Se quindi i calcoli fatti dall’assessorato comunale al Bilancio saranno in linea con quelli ipotizzati dall’Associazione nazionale dei Comuni Italiani, i rincari saranno inevitabili e andranno a incidere su tutte le imposte locali: l’Ici sulle seconde case, la Tarsu, l’addizionale Irpef comunale. Incrementi come detto superiori ai 111 euro pro capite (in questo senso va meglio ai sassaresi, i cui aumenti saranno di 100 euro tondi a persona, ma peggio ai veneziani, i cui aumenti saranno di 190 euro) che andranno a costituire la differenza di 17,5 milioni di euro tra quanto a disposizione nelle casse dell’amministrazione quest’anno e quanto arriverà dal Governo centrale l’anno prossimo. G.B.