IL CASO. Gestori dei locali al contrattacco dopo le tante denunce dei residenti
Gli esercenti: «Troppe proteste, così ci rovinano»
Vedi la foto Troppo rumore. Impossibile dormire di notte. E così negli ultimi giorni sempre più cagliaritani hanno dichiarato guerra alla movida. Nel mirino ormai non ci sono esclusivamente i locali notturni e le discoteche con i loro potenti decibel. Ma anche le feste in piazza, gli autolavaggi, le giostre per bambini, le campane delle chiese e persino gli oratori. Alcuni cittadini, stanchi di vegliare sino all'alba, sono arrivati ad appendere striscioni di protesta alle finestre, oppure a comprare spazi pubblicitari sui giornali in cui si chiarisce, citando alcune sentenze, cosa rischia chi turba il riposo e la tranquillità degli altri.
LA REAZIONE Prese di posizione che, appunto, sanno di una dichiarazione di guerra totale nei confronti di chi con l'industria del divertimento ci campa. Tanto che la reazione è altrettanto dura e forse un po' troppo arrabbiata. «Non è possibile che si arrivi a chiamare la polizia per il minimo rumore - è lo sfogo di Emanuele Frongia, coordinatore regionale dei giovani imprenditori della Confesercenti -. È assurdo che pochi intolleranti possano condizionare le nostre attività, senza volersi mai aprire al dialogo. Hanno mai provato a cambiare gli infissi, a installare i doppi vetri o a spostare le camere da letto? Siamo sempre noi che dobbiamo venire incontro a loro e mai il contrario?». E ancora: «La valorizzazione turistica di Cagliari viene fatta anche da noi privati - aggiunge - inoltre, in tempi di crisi come questi, i locali offrono anche lavoro a tanti giovani. Invece, per colpa delle tante proteste, sono costretti a smettere di fare certe attività e licenziare dipendenti».
IL DIALOGO Ma c'è anche chi cerca ancora il dialogo. «Da anni ci confrontiamo con le esigenze dei residenti - dice Sergio Maxia, presidente del consorzio Poetto services - e siamo riusciti a trovare qualche mediazione. Ma è vero anche che ci sono cittadini che non sono disposti a venirci incontro. È importante che il Comune intervenga, ma lo deve fare tenendo conto che ogni quartiere ha necessità diverse. Al Poetto è possibile fare musica anche fino alle 2 del mattino, non credo sia la stessa cosa in Castello».
LE RICETTE Delle proposte sono già pronte. «Ci vuole un piano di zonizzazione acustica, così come previsto anche dall'Unione europea - commenta Gianni Casella, presidente del Silb, il sindacato locali da ballo -. Vanno indicate delle zone della città in cui è possibile fare un certo tipo di attività. E in questo senso il Comune deve schierarsi. E deve farlo in favore di coloro che lavorano seriamente. Gli imprenditori seri acquistano limitatori per il proprio impianto acustico, insonorizzano il locale, studiano soluzioni per contenere gli schiamazzi delle persone davanti all'ingresso. E se organizzano manifestazioni in grado di richiamare migliaia di persone, noleggiano anche bagni chimici per evitare che il pubblico incivile vada a soddisfare i propri bisogni nei portoni delle abitazioni. Questi imprenditori vanno aiutati, mentre va certamente combattuto l'abusivismo che danneggia innanzitutto chi lavora seriamente».
L'ASSESSORE In Comune il tema è caldissimo. «Ci rendiamo conto delle necessità dei residenti ma anche quelle di una città che vuole diventare animata e viva anche la notte - commenta Barbara Argiolas, assessore alle Attività produttive -. Sappiamo che mediare in questo momento non è facile. Ne abbiamo parlato anche con il sindaco Zedda. Cagliari è cambiata in fretta, forse più velocemente di quanto ci si potesse aspettare. Ecco perché è difficile mettere tutti d'accordo. Ma siamo sicuri che una città animata piaccia anche ai residenti. Ora occorre stabilire delle nuove regole e farle rispettare. Abbiamo ricevuto numerose richieste d'incontro. Chiediamo pazienza ai residenti e il rispetto delle regole esistenti ai promotori di attività d'intrattenimento».
Stefano Cortis