Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Manovra, un anno di sacrifici

Fonte: L'Unione Sarda
23 agosto 2011

Il taglio dei trasferimenti statali potrebbe indurre il Comune ad aumentare i tributi

 

Ogni cagliaritano nel 2012 pagherà 111 euro in più Si profila un 2012 di sacrifici per i cagliaritani. La manovra di Ferragosto porterà una stretta sui bilanci comunali (con la riduzione dei trasferimenti statali) e nuovi obiettivi sul patto di stabilità. Tradotto in numeri, si tratta di un inasprimento fiscale di 111 euro a cittadino.
IL PATTO DI STABILITÀ Ma i problemi, secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore su dati dell'Ifel, non sono solo per Cagliari. La scure dell'esecutivo si abbatterà su ogni Comune italiano, che deve concorrere al risanamento della finanza pubblica, in termini di fabbisogno e di indebitamento, per un importo pari a 1,7 miliardi già a decorrere dal 2012. Tutto ciò, innanzitutto, equivarrà a un inasprimento del saldo obiettivo calcolato ai fini del patto di stabilità interno. In altre parole, il Governo chiede o maggiori riduzioni di spesa pubblica o, in alternativa, aumenti nella tassazione. Oggi i Comuni come Cagliari (con oltre 5 mila abitanti) sono obbligati a presentare un saldo di bilancio (la differenza fra entrate e uscite) positivo per 13,9 milioni di euro. La manovra di Ferragosto imporrà uno sforzo superiore: vale a dire una somma che sarà pari al 16% della spesa media corrente del Comune. Le stime dell'Ifel traducono questa percentuale in un aggravio fiscale di 111,2 euro pro-capite, sempre nel caso in cui il sindaco del capoluogo sardo scelga di aumentare i tributi invece di tagliare la spesa.
I VIRTUOSI La modalità di calcolo adottata dall'Ifel non tiene conto dell'effetto che potrebbe prodursi con l'individuazione degli enti virtuosi, secondo il pacchetto di indicatori meritocratici abbozzato nel decreto di luglio e anticipato al 2012 dalla manovra bis all'esame del Senato. Come si legge nel Sole 24 Ore, che cita l'articolo 20 del Dl 98/2011, «i migliori (intesi come quelli che vantano una maggiore autonomia finanziaria, minore spesa di personale, equilibrio corrente più saldo, e così via) non dovranno contribuire al miglioramento dei saldi di finanza pubblica, liberandosi quindi dai vincoli. Ogni medaglia però», precisa l'indagine, «ha il suo rovescio e la liberazione degli enti virtuosi scaricherebbe sugli altri Comuni il peso della manovra non realizzata».
LA PRESSIONE FISCALE La manovra finanziaria, stima infine la Cgia di Mestre, porterà nel 2013 la pressione fiscale al 44,3%. Una crescita che continua senza sosta da diversi anni. Addirittura a tre cifre: tra il 1995 e il 2010 la tassazione a livello locale è aumentata del 138%. In termini assoluti, le entrate fiscali delle amministrazioni locali (Comuni, Province e Regioni) sono passate da 40,6 miliardi a 96,5 miliardi di euro. Per la Cgia, l'amministrazione centrale ha invece incrementato le entrate “solo” del 6,8%. Se nel 1995 il gettito era di 326,69 miliardi, nel 2010 ha raggiunto i 348,9 miliardi di euro, mentre il Pil nazionale, sempre in questi ultimi 15 anni, è cresciuto del 19%.
Lanfranco Olivieri