Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ex Manifattura, ritardi inspiegabili

Fonte: La Nuova Sardegna
22 agosto 2011

L’appalto per il recupero consegnato dopo tre anni dall’assegnazione



Gli enti locali interessati dovranno preparare un progetto di gestione per le diverse possibilità di utilizzo dei locali

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Che fine ha fatto l’ex Manifattura Tabacchi? Da viale Regina Margherita si vede una struttura che soffre il peso degli anni e, soprattutto, dell’incuria. Eppure è un patrimonio di oltre 20mila metri quadri. In teoria le opere di recupero, per un primo modulo, sarebbero dovute iniziare nel 2008, ma i lavori sono stati consegnati all’impresa solo tre mesi fa.
Raramente come per l’ex Manifattura si sono spese tante parole sul suo futuro visto che una simile struttura situata al centro della città ha grandissime potenzialità.
La dismissione. Una volta dismessa dai Monopoli di Stato, il primo a valorizzare gli spazi di viale Regina Margherita è stato Renato Soru (quando era governatore della Sardegna) con l’organizzazione di Festarc, il festival dell’architettura. Ma dopo due edizioni la manifestazione è stata bloccata dalla Giunta successiva. Nel 2008 venne bandito l’appalto per il recupero graduale dell’immobile, ma - come accenanto e per diversi impedimenti burocratici - tutto è slittato di tre anni. Ma e al di là dei ritardi, il problema sarà la gestione che, necessariamente, dovrà vedere il coinvolgimento di tutti gli enti locali interessati (dalla Regione, che ha la titolarità del bene, al Comune) e gli operatori del settore.
I ritardi. Nel dicembre del 2009 l’allora assessore regionale alla Cultura Lucia Baire - succeduta a Maria Antonietta Mongiu, che aveva voluto il recupero - aveva annunciato i lavori (iniziati, però, pochi mesi fa): recupero conservativo e bonifica dall’amianto in vista di diventare «la fabbrica della creatività». L’intervento riguarda diecimila metri quadrati su ventiduemila. Il finanziamento complessivo è di sette milioni 400mila euro e i lavori saranno eseguiti dall’Ati costituita da Imprese Costruzioni Raffaello Pellegrini e Imma Associati. Tempo previsto: un anno, salvo inconvenienti. Ma da tempo quest’opera si trasformata in una corsa a ostacoli.
Il progetto. Ora a lavori finalmente consegnati lo sguardo è rivolto al futuro: verso la «fabbrica della creatività». Anche se questa dizione non viene più usata, di questo tipo di intervento si tratta in quanto il progetto di recupero prevede lavori volti a creare un ambiente con determinate funzioni. Una volta riqualificati, nei nuovi spazi sarà realizzata una digital library che diventerà il bacino di tutta la documentazione filmica e cinematografica esistente in e sulla Sardegna, compresi vecchi filmati e anche la cineteca sarda. A riguardo, però dovrà essere ricomposta la divergenza che nel passato aveva visto Regione e Umanitaria (che gestisce la Cineteca sarda) e che dovrebbe assere dislocata nella Mediateca del Mediterraneo, che sta finendo di essere realizzata nell’ex mercato di via Pola.
Gli atelier. Poi sono previsti i vari atelier: del design, dell’architettura, dello spettacolo, del cinema, del teatro, della musica e dell’arte. Spazi che dovrebbero permettere un rapporto tra le competenze locali, quelle regionali, nazionali e internazionali. Infine vi saranno anche vari luoghi per conferenze e dibattiti. Sin qui, però, l’intelaiatura.
Il futuro. Alla fine dei lavori si tratterà di vedere in che modo darle vita e attraverso quali linee progettuali. Ora, in in questo anno di tempo per i lavori, gli interessati dovranno riflettere su come gestire questo spazio e quale forma organizzativa scegliere. Il tutto in una visione complessiva del futuro del capoluogo dell’isola.