Intervento di Cugusi (Pd)
Vedi la foto Riceviamo e pubblichiamo.
La differenza tra laicità e laicismo, evocata da Massimo Fantola a proposito della scelta del sindaco di Cagliari di rimuovere (senza cercar clamore) il crocefisso dalla sua stanza in Municipio, irrompe nei giorni in cui i Comuni e la collettività tutta non filosofeggiano sui simboli ma si interrogano sulle tragedie dell'economia. Che si riflettono già sulla nostra quotidianità investendo ancora di più i deboli. Non colgo un filo di queste preoccupazioni nelle parole e nelle azioni del sindaco di Quartucciu, che ha inviato per posta un crocefisso a Massimo Zedda: scorgo giusto il tentativo della provocazione e l'uso arbitrario della fede, impugnata come un randello per cercare di dividere. Vale a qualcosa ricordare che gli uffici pubblici, che siano assessorati o carceri non importa, sono destinati a una funzione pubblica, nella quale non ci può essere spazio per simboli religiosi? Perché la religione è un fatto privato che diventa collettivo nelle occasioni deputate e poi torna ad essere un fatto privato.
So bene che più di un giudice ha affermato la legittimità in Europa dell'esposizione del crocefisso e so anche che tanti gradirebbero un crocefisso in ogni crocevia: de gustibus. Ma per fortuna non c'è obbligo di esibire i simboli della fede ed è inaccettabile che rilievi e censure siano mossi a chi, investito del potere popolare, amministra i problemi della città evitando di ostentare il proprio credo (o non credo). Insomma, su questo punto ognuno fa come vuole ed è questa la vera libertà. E vale sempre, anche nel caso di quei consiglieri comunali di Cagliari fanno professione pubblica di vasta fede cattolica ma partecipano da attivisti alle iniziative pubbliche di ministri e discepoli delle più disparate chiese, compresa Scientology.
Mi preoccupa, però, la tesi di Fantola secondo cui la sana laicità di cui è portatrice la coalizione di centrosinistra, che ha vinto le elezioni appena pochi mesi fa, "rappresenti modi di sentire estranei alla tradizione e ai valori della nostra città". Come dire: avete votato questi mangiatori di preti e bambini, adesso aspettatevi le conseguenze. Questo è l'esatto contrario della leale collaborazione che Fantola si è offerto di assicurare. E che serve, nell'interesse della città, per superare al di là delle formali divisioni questi anni difficili. Per ripartire e dare un segno di progresso a Cagliari abbiamo bisogno di idee e non di populismo; di confronto e perfino di scontro, non di cortine fumogene. In un momento così gli intelligenti e i validi non si possono nascondere dietro il crocefisso.
Claudio Cugusi
(Consigliere comunale Pd)