IL CROCIFISSO Anche l’arcivescovo Mani ne ha regalato uno a Zedda IL CASO Dopo l’ultimo dono, salgono a tre i simboli sacri per i quali il primo cittadino dovrà trovare la collocazione n E adesso il sindaco Zedda ha tre crocifissi. Quello inviato mercoledì mattina dal sindaco di Quartucciu Carlo Murru è il secondo che riceve in regalo dall’inizio del suo mandato. Il primo lo aveva avuto in dono, poche settimane dopo l’elezione dall’arcive - scovo di Cagliari Giuseppe Mani. Una croce in argento, accompagnata da un libro che il monsignore aveva voluto fargli avere insieme agli auguri di buon lavoro i primi giorni di luglio, con grande discrezione. È custodito dal primo cittadino in attesa di essere esposto in una teca che ospiterà tutti i doni ricevuti dall’amministrazione. Dove sarà collocata la vetrina ancora non si sa. Sicuramente dovrà essere ben visibile ai visitatori del Municipio di via Roma. Nella teca ci sarà spazio anche per il crocifisso che fino a qualche settimana fa era appeso nello studio di Zedda, rimosso per fare spazio alla fotografia del presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Era stato donato alla città dal papa Paolo VI durante la sua visita nel 1970 e il sindaco lo vuole custodire con cura. Intanto il dono del sindaco di Quartucciu ha fatto riesplodere il dibattito sull’esposi - zione dei simboli religiosi negli uffici pubblici. Nella pagina Facebook di Massimo Zedda gli elettori si dividono: «Questo gesto era proprio necessario? Rappresenta la sua laicità? Essere sindaco vuol dire rappresentare tutti i cittadini, anche quelli che non lo hanno eletto e che saranno amministrati da lei», scrive Teresa Podda. «La religione è una questione personale. L'Italia è uno stato laico, non cattolico», ribatte Marianna Corona che sostiene la decisione di Zedda. «Perché questo gesto verso una persona che ha sofferto per noi? non credo sia giusto», lamenta Cristina Pia. Per Nik invece la decisione di rimuovere la croce è giusta: «Impronta laica, avanti tutta». P. P.