di Enrico Fresu enrico. fresu@ sardegnaquotidiano. it
A volte le liti fra vicini finiscono in rissa. Ma se i contendenti sono uno stimato notaio e un banchiere allora è più facile che la questione si affronti davanti ai giudici. Una scelta civile, in questo caso amministrativa: perché sarà il Tar a decidere la controversia che vede contrapposti Maria Lodovica Felter (il notaio, con studio a Cagliari, in viale Trieste, e a Sinnai) e Giorgio Mazzella (il banchiere- imprenditore-editore, presidente della Banca di Credito sardo). Il ricorso, numero 690, è stato depositato l’11 agosto dall’avvocato Debora Urru. L’oggetto è così indicato: «Ordinanze contingibili ed urgenti sulla detenzione di animali in parchi e giardini pubblici». Tra i resistenti BATTAGLIA LEGALE Un provvedimento dell’ex sindaco Floris firmato dopo le elezioni permette la detenzione di grosse bestie nel parco. Ricorso di un notaio contro banchiere e Comune al ricorso c’è anche il Comune: perché la lite nasce da un atto del Municipio che, non solo ha regolamentato la presenza di bestie in spazi comunali, ma anche quella in giardini privati. E Mazzella, quanto a spazi verdi in casa, ha poco da invidiare a qualunque altro cagliaritano. Nel suo parco di viale Trento, nella villa Trois che fu di Nichi Grauso, passeggia tra ogni tipo di animali. Troppi, troppo variegati e forse fastidiosi, secondo la Felter, che ha deciso di dichiarare battaglia.
L’ORDINANZA DI FLORIS Nel mirino dell’avvocato Urru e della sua cliente c’è un’ordinanza del 16 maggio firmata dall’allora sindaco Emilio Floris. O forse sarebbe meglio dire, sotto l’aspetto pratico e non giuridico, dell’allora facente funzioni di primo cittadino. Il giorno precedente si erano chiuse le urne del primo turno delle elezioni che, da lì a quindici giorni, avrebbero portato Massimo Zedda alla guida del Municipio. Floris però ritenne lo stesso urgente emanare l’ordinanza numero 36 che “dispone la detenzione di animali (...) all’interno del centro abitato nelle strutture dell’Ippodro - mo, del campo Rossi e dei parchi e giardini pubblici e privati la cui superficie risulti uguale o superiore a 7000 metri quadri”. Elementi, quelli riportati nel documento, che fanno pensare che il provvedimento sia stato firmato per consentire anche ai privati la “detenzione ” di cavalli, o asini magari, come succede nelle strutture citate. Con due clausole. La prima riguarda l’estensione dell’area verde: pochi, ma davvero pochi, hanno uno spazio così grande per piantare i geranei in città. L’altra condizione è che “la detenzione (...) è limitata a usi non commerciali”. Mazzella, che gli animali (di certo i pavoni) li tiene solo per piacere, quindi avrebbe tutti i requisiti. A fare difetto però, per il notaio Felter e il suo avvocato, sarebbero i presupposti dell’ordinanza sindacale.
LA CONTESTAZIONE Al centro del ricorso ci sarebbe la mancanza della necessità e urgenza del provvedimento di Emilio Floris. La disciplina comunale del settore non esiste, lo dice lo stesso ex primo cittadino nell’elencare i presupposti delle decisione. Lo scrive, per poi fare riferimento al Testo Unico sugli Enti Locali, all’articolo 50, che recita: “In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale”. I giudici del Tar dovranno decidere (se il ricorso è stato presentato nei termini previsti) se la decisione di Floris sia legittima e, soprattutto, se ci fosse un’emergenza sanitaria, da affrontare addirittura nonostante la data di scadenza del mandato.