di Giacomo Bassi giacomo. bassi@ sardegnaquotidiano. it
La promessa è quella di fare scacco matto in tre mosse ai privilegiati degli affitti comunali: la prima è una (ennesima) verifica dell’intero patrimonio immobiliare non di edilizia pubblica del Comune; la seconda è un miglioramento delle condizioni degli stabili, compatibilmente con le poche risorse che i tagli della Manovra di Tremonti hanno lasciato in cassa; e l’ultima, quella che secondo il sindaco di Cagliari Massimo Zedda dovrebbe far terminare finalmente lo scandalo decennale dei canoni di locazione a prezzi di favore per appartamenti e locali di pregio, è mandare a bando tutti gli immobili di pregio che compaiono nel patrimonio di via Roma. E affittarli così a chi offre di più, non a chi ha le maggiori e migliori conoscenze dalle parti di via Roma e via Sauro.
LA PROMESSA DEL SINDACO «Da quando ci siamo insediati stiamo facendo una verifica sull’intero patrimonio del Comune che deve fruttare ben più di quanto non faccia adesso - spiega il primo cittadino, che sulla questione degli immobili ha molto battuto sia durante la campagna elettorale sia nei primi giorni dopo la sua elezione -. Non per niente la delega al Patrimonio è data a chi ha anche quella al Bilancio, perché quegli appartamenti e quei locali sono e devono essere una risorsa da valorizzare». O direttamente, attraverso la stipula di nuovi contratti di locazione a prezzi di mercato, o indirettamente, consentendo a via Roma di risparmiare su altre voci di spesa: «L’amministrazione sborsa ogni anno oltre un milione e mezzo di euro per affittare uffici sparsi per la città e di proprietà di privati. Se riuscissimo a rientrare in possesso di una parte degli immobili di proprietà comunale oggi occupati da terzi - prosegue Massimo Zedda - potremmo risparmiare questi soldi e destinarli ad altro». D’altronde, che in tempi di vacche magre sia necessario trovare più risorse possibili, o quanto meno ridurre gli sprechi all’ osso, è chiaro a tutti, e tanto più all’assessore comunale al Bilancio e Patrimonio, Gabor Pinna, che avrà il compito non solo di trovare nuove voci di entrate per le casse del Municipio, ma anche di migliorare quelle esistenti. Tra le quali, appunto, quelle derivanti dai canoni di locazione o dalle alienazioni dei novantotto immobili non Erp di via Roma. E non sarebbe, almeno sulla carta, un compito difficile: con affitti che variano da un minimo di 6,2 euro al mese per un magazzino in via Università fino a un massimo di 302 euro per una villa con giardino nel prestigioso rione di viale Trento, i margini per migliorare i profitti ci sarebbero. «La valorizzazione del patrimonio è fondamentale - prosegue Zedda - e infatti appena scadranno i diversi contratti che sono attualmente attivi, andremo a rimodulare le locazioni sulla base dei valori reali di mercato».
IL PIANO DELLE VALORIZZAZIONI Un tentativo in questo senso già fatto dal predecessore di Pinna, che aveva preparato un piano per aumentare i canoni di locazione di una cinquantina tra locali, negozi e appartamenti dati a terzi: ma a scorrere l’elenco di questi beni, non sembra che il Comune abbia avuto grande fortuna. Se si escludono quattro o cinque storici affittuari che hanno sottoscritto i nuovi contratti di locazione (tra essi il Caffè Svizzero, passato da poco meno di quattrocento euro a poco meno di quattromila euro al mese, o il negozio Signoriello, che oggi paga 2.900 euro al mese), gli altri hanno tentato tutte le strade per continuare a non pagare più di pochi spiccioli. “Contenzioso in atto” per un locale commerciale a Sant’Elia e per Palazzo Caide in piazza del Carmine, si legge tra le carte, o “Procedimento in corso”, da ormai nove mesi, “per richiesta di stipula di nuovo contratto” per una cartoleria e un tabaccaio in via Dessì Deliperi. Idem per trecento metri quadrati in via Is Mirrionis (dove la richiesta di aumento è di poco meno di cinquanta euro), per diversi locali in via Rockfeller, in via Romagna e in via Università, in via Manno e in via Cavour. Esempi, presi a caso tra le decine, che mostrano l’estrema complessità e delicatezza della questione. Contenziosi che diventano in molti casi sfratti esecutivi per morosità quando le carte non finiscono direttamente al Tribunale amministrativo, che negli ultimi anni si è dovuto esprimere numerose volte (ma senza che mai si sia poi arrivati a un risultato positivo per il Comune) in merito a contenziosi sorti tra occupanti e amministrazione. «Bisogna stabilire dei criteri precisi per dare in affitto questi immobili - conclude il sindaco Massimo Zedda - e lo potremo fare non appena l’asses - sore al Bilancio completerà la relazione sul patrimonio e presenterà il suo piano. A quel punto potremo anche mandare tutti questi immobili al bando, in modo da assegnarli a chi offre di più». Nel frattempo, da Castello alla Marina, da Is Mirrionis a Bonaria, da Mulinu Becciu a Monte Urpinu, le chiavi di questa enorme risorsa della collettività continua a essere in mano ai soliti noti.