Tre bagni pubblici (piazza Costituzione, piazza Darsena e piazza Garibaldi), due bunker, otto cabine elettriche dell’Enel, il potabilizzatore del colle di San Michele, qualche cantina sparsa in giro per Cagliari, un posto auto in via San Giovanni. Nell’elenco sterminato delle proprietà del Comune non ci sono solamente appartamenti, negozi e locali commerciali di ogni genere, ma anche tanti lastrici solari, servitù, aiuole. Beni che necessitano di manutenzione costante ma che non fruttano nemmeno un euro a palazzo Bacaredda. Come i bagni pubblici, ad esempio: chiusi da decenni, riaperti (quelli sotto il Bastione) e di nuovo chiusi. E ci sono anche alcuni ruderi. Il più famoso è il palazzo all’incrocio tra il Corso e via Portoscalas: “Castello Sorcesco” è stato ribattezzato dai residenti di Stampace, che continuano a combattere con topi e blatte. Unici abitanti di un “castello” che cade a pezzi.