Le archistar? Non esistono. Ci sono soltanto grandi professionisti che, sulla scia di una lunga tradizione, vengono a lavorare in Sardegna. «Il termine archistar è un’invenzione giornalistica», spiega Maria Antonietta Mongiu, ex assessore alla Cultura, «dai tempi delle torri e dellemura pisane prima, passando poi per Palearo Fratino in epoca spagnola. La Sardegna ha sempre avuto il privilegio di avvalersi di professionisti difama internazionale. Su questa falsariga», sottolinea, «si inquadrava la scelta di Soru di bandire il concorso internazionale per il Betile e in generale di chiamare i nomi più illustri dell’architettura mondiale». «Non bisogna chiudersi, ma aprirsi ai suggerimenti dei grandi grandi professionisti stranieri », spiega Antonello Sanna, preside della Facoltà di Architettura, «ma senza subalternità». «È probabile che ci sia stata una difesa dell’autonomia urbana da parte del Comune contro la Regione di Soru», spiega l’ex Rettore Pasquale Mistretta, «va precisato che nel mondo quella delle grandi opere delle archistar è una formula in discussione, sia per i costi che per la relazione col territorio. Tuttavia dubito che a Cagliari sia stato fatto un ragionamento di questo tipo».