Il primo cittadino di Quartucciu contesta il collega del capoluogo e il registro delle unioni civili
Ci voleva il primo cittadino di Quartucciu a dare una scossa al caldo torpore d’agosto e riaccendere i riflettori suunaCagliari sonnacchiosa e, in gran parte, chiusa per ferie.MaCarlo Murru (centrodestra) di vacanze deve averne fatte poche se ha trovato il tempo per omaggiare il collega Massimo Zedda (Sel) con un crocifisso d’argento, accompagnato da una lettera garbatamente polemica in cui gli contesta la scelta di togliere dal suo ufficio il crocifisso, sostituendolo con una foto del presidente della Repubblica. Murru ha anche emesso un’ordinanza che punta a ripristinare il simbolo cristiano nelle stanze del suo municipio. «Certo di farti cosa gradita, ti invio un piccolo grande pensiero, simbolo di unsistema di valori, libertà, eguaglianza, dignità umana e tolleranza e quindi anche della laicità dello Stato, principi che innervano la Costituzione su cui entrambi abbiamo giurato», scrive Murru a Zedda, che nella missiva cita anche la recente sentenza della Corte Suprema di Strasburgo che ha dato ragione al governo italiano considerando lecita l’esposizione del massimo simbolo del cristianesimo negli uffici pubblici. «Un risultato di enorme importanza storica e di enorme rilevanza culturale», commenta.
A parole i toni diMurrusi fanno più vivaci e, senza mezzi termini, si dice indignato per alcuni dei primi atti della Giunta Zedda ma soprattutto per il fatto che questi siano passati sotto ungenerale e “assordante” silenzio, compreso quello della Chiesa sarda. Il riferimento è anche all’idea di istituire un registro delle unioni civili «ho rispetto per tuttimanon istituirei il registro nel mio comune perché di fatto si tratta di carta straccia visto che le unioni civili non sono sancite dal nostro ordinamento ».Epoi per il sindacodi Quartucciu c’è un nesso non proprio positivo tra il fatto che Zedda abbia eliminato il simbolo del Cristo in croce dal suo ufficio e lo speciale invito che ha ricevuto dalla comunità musulmana di Cagliari per la festa della fine del Ramadan. Sapendo di muoversi su un terreno delicatissimo Murru respinge al mittente qualsiasi accusa di intolleranza affermando di provare fastidio soprattutto per quel modo di strizzare l’occhio alle altre culture cancellando i simboli della propria religione e della propria storia. «Sono cattolico, ecumenico, secondo tutte le grandi religioni siamo figli di un unico Dio,mala nostra, quella cristiana, la più diffusa nel mondo, ci dice che questo Dio ha un figlio e che deve essere rispettato». Carla Etzo