Da via Biasi a via Asti, vanno avanti senza tregua le lottizzazioni più contestate e approvate dalla precedente Giunta
di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net
Il cemento della Giunta Floris non si ferma. Sono stati definiti i progetto per le lottizzazioni in viale Monastir, nel rione Fonsarda e soprattutto in via Asti, dove i due palazzi di 7 piani che saranno costruiti sono stati contestati duramente dai comitati del rione, dagli ambientalisti e dal centrosinistra in aula. In testa Massimo Zedda e Andrea Scano, ieri all’opposizione e oggi rispettivamente sindaco e presidente della commissione Urbanistica.
La notizia è di qualche giorno fa. Gli uffici della Pianificazione del Territorio hanno approvato gli schemi di convenzione (i contratti che stabiliscono gli oneri a carico dei lottizzanti) per il piano attuativo presentato dalla ditta Concordia costruzioni e dall’Ersat su 39 mila metri quadrati in viale Monastir nella zona Fangario, per il piano “Oliveto” della società Iniziative industriali 72, Cisla, Cisf, Gic del costruttoreBruno Cadeddu e Bruno Tomassini Barbarossa, tra via Biasi e via Chiabrera e per quello della Sole Immobiliare in via Asti. Il primo prevede la lottizzazione di un’area periferica in viale Monastir (all’altezza della ditta Scandellari), pratica nonha scatenato particolari polemiche. Il piano secondo stravolge l’aspetto del rione Fonsarda.Consente ai privati l’edificazione di 52 mila metri cubi di edificazione su una superficie di 17 mila metri quadrati tra via Biasi e via Chiabrera e destina a verde e parcheggi quattro sterrati del rione: uno tra le vie giudice Chiano, dei Giudicati, dei Visconti e dei Capraia, la seconda tre le vie giudice Chiano e giudice Mariano, la terza tra le vie dei Donoratico, dei Visconti e giudice Costantino e l’ultima in via dei Donoratico. Einfine è stato approvato lo schema di convenzione anche per la lottizzazione di via Asti, approvata tre anni fa in mezzo a forti polemiche: in testa agli oppositori il Comitato “zona via Aosta” e gli Amici della Terra.
L’intervento edilizio consiste nella realizazione di 2 grandi edifici di sette (altezza 22 metri) per circa 12 mila metri cubi di volumetrie complessive, la congiunzione di via Asti e via Padova (strade cieche), col sacrificio di un pezzo di una villa "storica" cagliaritana.Le polemiche nascevano dallo studio geologico elaborato dal Alessandro Melis parlava di «natura rocciosa delle formazioni presenti (calcare, n.d.r.) renderebbe problematico lo scavo anche in considerazione degli edifici esistenti. Escludendo l’impiego di esplosivi, la demolizione della formazione rocciosa con l’impiego dei consueti mezzi meccanici (martelli demolitori) potrebbe interferire negativamente con le strutture esistenti. Le vibrazioni indotte dai suddetti mezzi meccanici ed il transito di veicoli pesanti in prossimità della scarpata potrebbero indurre fenomeni di assestamento e allentamento dell’ammasso roccioso». La relazione risale al 2004, altri studi sostenevano il contrario, ma nell’ottobre 2006, un bel pezzo del costone di cava cadeva nelle vicinanze, confortando la tesi di Melis.
«Il progetto è stato modificato », spiega Stefano Deliperi di Amici della Terra e Gruppo Intervento giuridico, «e i palazzi sono stati realizzati in via Padova e invia Genova. Tutte le cubature sono state assorbite e non si può costruire più nulla. Ci aspettiamo adesso che sistemino il verde rimasto nella zona».