di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it
Il maestrale che soffiava la sera del 16 ottobre ha portato via le note di Carmen Consoli. Poi all’Anfiteatro è piombato il silenzio. La serata “Un - der30”, organizzata dalla Regione e dall’Anci è stata l’ultimo evento ospitato nel sito archeologico di viale Sant ’Ignazio. Ora è tutto chiuso, per smontare le gradinate e restaurarlo, secondo il sindaco Zedda, ci vorranno un milione e 800mila euro. Che non ci sono. Secondo il sindaco che le ha fatte montare la colpa è anche del primo cittadino che c’è stato nel frattempo. Secondo Delogu non c’è stata la corretta manutenzione. Ora restano i piloni di ferro inchiodati sulla pietra che reggono pedane di legno mangiate dai funghi.
L’ARRIVO DELLE GRADINATE Ci sono dal 1999, quando il Comune di Cagliari decise di riportare la musica sulle gradinate dell’Anfiteatro. Dopo decenni silenziosi nei primi anni Ottanta ci fu il festival “Sa Ferula”, poi arrivò l’epoca delle strutture mobili all’interno dell’Anfiteatro. Fino a quando il sindaco Mariano Delogu non puntò su una struttura fissa da sovrapporre alle gradinate, in modo da riempire la parte mancante. «Non rimpiango niente, era troppo scomodo e oneroso sistemare tribune da montare e smontare ogni anno - spiega il senatore del Pdl - abbiamo deciso di puntare su una struttura che permettesse il miglior utilizzo del sito». Ma tra mille polemiche quest ’anno è arrivata la relazione dell’Iscr, Istituto superiore per la conservazione e il restauro, per conto del Ministero per i Beni culturali: «Il monumento giace in abbandono ». La struttura, secondo la relazione, danneggia il sito archeologico e le parti di legno sono aggredite da funghi che non la rendono più sicura. Ma il sindaco Delogu, quando ha puntato sul rivestimento dell’A n f iteatro si è posto il problema che prima o poi sarebbe arrivato il momento di smontarlo? «Abbiamo puntato su una struttura montata bene in modo da non gravare sulle gradinate - risponde l’ex primo cittadino - era studiata per essere curata... bisognava fare restauri, non toglerla». Ma forse quando ha passato la fascia tricolore a Emilio Floris si dev’essere dimenticato di avvisarlo. «Adesso dicono che ci sono dei problemi e che non può essere utilizzat - conferma - forse nel frattempo si sarebbe dovuta fare la manutenzione. Credo che non sia stata fatta». La grande impalcatura che regge le gradinate di legno copre la parte mancante delle gradinate originarie, ma i suoi piloni gravano anche sui resti dell’Anfiteatro.
SOPRA C’È L’ETERNIT In cima alla collina, all’angolo tra via Fra’ Nicola da Gesturi e la discesa di via Anfiteatro c’è anche una casupola diroccata che ha come coprtura una rete da letto arrugginita e alcune lastre rovinate di eternit. Giusto per valorizzare al meglio la zona. Dentro è tutto chiuso, ma se gli spettacoli sono stati dirottati alla Fiera e (con qualche ulteriore problema) al Poetto, l’Anfiteatro è abbandonato a se stesso. «È una vergogna - commentano David e Sarah, due turisti inglesi affacciati al cancello - siamo già venuti ieri e, forse perché era domenica, abbiamo trovato chiuso. Solo ora scopriamo che è tutto abbandonato... ». Sentendo le motivazioni che hanno portato a questa situazione i due inglesi delusi aggiungono: «Assistere a uno spettacolo in un teatro così dev’essere meraviglioso - affermano i due turisti di Leeds venuti a Cagliari per ammirare le ringhiere dell’Anfiteatro - ma se il prezzo da pagare è danneggiare la storia è meglio lasciar perdere, e far entrare i turisti ». Non sono gli stranieri gli unici dipiasciuti nel vedere le porte sbarrate. «A me piange il cuore nel vedere info MARCO MINOJA A marzo il soprintendente ai beni culturali ha sferrato il colpo di grazia sull ’agibilità della struttura: «Lo smontaggio è ormai improrogabile non solo per poter predisporre i necessari interventi di ripristino e manutenzione straordinaria ma anche per il degrado raggiunto dall’impianto ligneo delle strutture » . la storia l’Anfiteatro chiuso e abbandonato - aggiunge Mariano Delogu - senza spettacoli è un vero peccato: si fanno a Verona, a Taormina, pure nel teatro sotto il Partenone. Da noi invece c’è un immondezzaio». Almeno quello non c’è più, le squadre del Comune nei giorni scorsi hanno ripulito la discarica e le sterpaglie che invadevano la struttura. Però l’assessore ai Servizi teconologici Pierluigi Leo ha bacchettato l’amministrazione precedente perché quei rifiuti si erano accumulati a partire dall’ultimo spettacolo dell’anno scorso. «Sono felice che l’abbiano ripulito - risponde Delogu - per il resto è solo una vecchia abitudine della politica: la colpa è sempre degli altri». Questa teoria, però, è stata sposata anche dal ministro della Cultura Giancarlo Galan. Proprio quello a cui si era appellato Mauro Pili per mantenere il sito aperto e smontare non le gradinate, ma le teorie catastrofiche della Soprintendenza. La settimana scorsa Galan, rispondendo a un’i nte r rogazione di Federico Palomba, ha detto il contrario di quello che si aspettava Pili: la struttura va tolta e, anzi, il Comune avrebbe dovuto farlo prima. «Galan l’Anfiteatro di Cagliari non sa neanche dove sia - attacca Delogu - qualche funzionarietto avrà letto le pratiche che hanno presentato, gli avrà preparato le carte e lui ha firmato per rispondere all’interrogazione, senza sapere realmente di cosa si tratti. Perché io non l’ho mai visto a Cagliari per visitarlo.