POLITICHE SOCIALI. Parla Susanna Orrù: asili, assistenzialismo e adolescenti
L'assessore: «Faremo un secondo campo rom»
«So che è un argomento che creerà discussioni». Uno dei primi progetti arrivati sulla scrivania di Susanna Orrù, assessore alle Politiche sociali, è quello del Registro delle unioni civili. Le coppie di fatto. Anche omosessuali. Lei, trentotto anni, diploma magistrale e un posto da consulente per imprese nell'agenzia Sviluppo Italia Sardegna, sa bene che non sarà facile far accettare a tutti il nuovo regolamento. Previsto - ma non sbandierato - dal programma elettorale del sindaco Zedda. «Ci stiamo lavorando con calma, voglio che sia fatto tutto alla perfezione. È importante allargare i diritti e migliorare la vita delle persone».
Nel programma c'è anche scritto: un asilo in ogni quartiere.
«Fino a qualche giorno fa la situazione dei “nido” esistenti era preoccupante. Rischiavamo di non poterne aprire neanche uno. Quelli in regola dal punto di vista strutturale, per via dell'amianto, sono pochissimi ma risolveremo entro settembre. In realtà più che aumentare il numero degli asili, c'è bisogno di maggior qualità dei servizi».
Il campo nomadi è in condizioni disastrose.
«È stato progettato come struttura temporanea, assomigliava più a un campeggio che a un campo stanziale, ci sono le piazzole e i bagni in comune. Se si fanno vivere le persone in queste condizioni è ovvio che si crei il ghetto. Lo rifaremo, spendendo i 400 mila euro stanziati dalla Regione. E probabilmente avremo un altro finanziamento di 150 mila euro. L'obiettivo è quello di separare le due famiglie rom che vivono lì, hanno sempre avuto una convivenza problematica».
Farete un altro campo per i rom?
«È un'ipotesi, ma non abbiamo ancora trovato i terreni. E comunque cambierà l'impostazione: ci saranno prefabbricati, bagni privati, un contatore d'acqua per ogni nucleo familiare. Il Comune ha pagato una bolletta di 100 mila euro in un anno ad Abbanoa. Lasciavano i rubinetti aperti. Serve un regolamento severo, da far rispettare. Ognuno di noi ha diritti e doveri».
Alcuni precari del Comune qualche mese fa rifiutarono un posto di lavoro. Dissero: «È meglio l'assegno di disoccupazione».
«È la classica furbizia all'italiana. Ci sono troppe persone che ragionano così purtroppo. Dobbiamo passare dal concetto di assistenza a quello di inclusione sociale. Basta ai contributi per l'affitto della casa o per le bollette. Meglio aiutare la gente dandogli la possibilità di lavorare».
Ma non tutti vogliono farlo.
«Beh, o si lavora, o niente. Non posso dire che spariranno gli assegni di sostegno, però li diminuiremo. Se le persone si abituano a ricevere dei soldi, ritengono che sia un loro diritto. In realtà bisogna recuperare la dignità dell'individuo e dargli un impiego».
Sempre dal programma di Zedda: Centri di aggregazione in ogni rione.
«Ci sono pochissimi luoghi dove gli adolescenti possono conoscersi, giocare. E poche attività. È una fascia d'età completamente abbandonata, nonostante sia la più critica. È qui che bisogna intervenire: ci sono solo due strutture di questo tipo, una a Pirri e una a Mulinu Becciu».
Lei è l'unico assessore “politico” della Giunta. Questo ha creato malumori con gli alleati?
«Gli scontenti ci sono sempre. Io faccio parte della direzione nazionale di Sel: il sindaco voleva persone senza incarichi direttivi, come può essere un segretario cittadino o un coordinatore regionale. Comunque credo sia una buona Giunta. C'è molta voglia di lavorare insieme e trasversalmente».
Michele Ruffi