Da due giorni la Finanza perquisisce gli uffici del Consorzio Industriale: sequestrati anche i “certificati verdi” dell’i
nceneritore
Potrebbe essere giunta a una svolta l’inchiesta della Procura di Cagliari su Cacip ed energie rinnovabili. E potrebbe aggiungersi un nuovo filone d’indagine oltre a quello relativo alla cessione a titolo gratuito di un’area di cento ettari a due società che volevano realizzarci impianti eolici e fotovoltaici: la magistratura ora vuole vederci chiaro anche sui certificati verdi del Tecnocasic relativi agli incentivi derivati dalla produzione di energia elettrica prodotta dal termovalorizzatore di Macchiareddu con l’incenerimento
dell’immondizia. L’altro ieri,male perquisizioni sono andate avanti anche nella giornata di ieri, gli uomini della guardia di finanza e quelli della forestale si sonopresentati negli uffici del Cacip (consorzio industriale provinciale di Cagliari): sono stati perquisiti gli uffici e l’abitazione del direttore generale del consorzio, Oscar Serci (indagato per abuso d’ufficio insieme all’ex presidente Cacip Sandro Usai) e quelli dell’attuale presidenteEmanuele Sanna. Sarebbero stati sequestrati numerosi documenti fra contratti, atti, convenzioni e certificati che in questi giorni saranno vagliati dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, GiangiacomoPilia. Non solo: ilpmha dato mandato agli uomini delle fiamme gialle e ai ranger della forestale di acquisire nella sede del Tecnocasic per verificare la quantità di energia elettrica che l’inceneritore è in grado di produrre e quella che è stata introdotta nella rete dell’Enel. Tali accertamenti sono legati al contratto con cui nel 2008 il Tecnocasic, che ha in gestione il termovalorizzatore di Macchiareddu, era ricorso alle consulenza della Energy Asset Managment di Napoli per il collocamento alla Borsa Elettrica dei certificati verdi ottenuti con lo smaltimento dei rifiuti. La produzione di energia elettrica dall’incenerimento dell’immondizia è soggetta a incentivi per ricevere i quali è necessario autocertificare di aver immesso una parte dell’energia elettrica nella rete. Gli incentivi dal 2009avrebbero raggiunto la cifra di 3 milioni di euro di cui il 15 per cento è andato alla campana Energy Asset Managment, società scelta dal Tecnocasic senza ricorrere ad alcuna gara d’appalto. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, questa società sarebbe riconducibile in qualchemodoalla Vento Macchiareddu di Napoli che, insieme alla Cascate e Cataratte srl di Novara, avevano ricevuto a titolo gratuito con una concessione trentennale dal Cacip, che a sua volta li aveva acquistati da un privato pagando circa 3 milioni di euro, più di cento ettari a Macchiareddu per installare pale eoliche e impianti fotovoltaici. L’inchiesta era stata aperta nel2010dopounesposto anonimo proprio per appurare come siano andate realmente i fatti sulla vicenda della cessione dei terreni. È relativamente a questa tranche dell’inchiesta penale che erano stati iscritti nel registro degli indagati, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio, i nomi di Serci e Usai. Le perquisizioni nelle sedi del Cacip e del Tecnocasic sono continuate anche nella giornata di ieri. Potrebbe trattarsi di una svolta nell’inchiesta, che ora si arricchisce anche di un nuovo filone: il pubblico ministero sospetta che sia stata attuata una truffa per ottenere i rimborsi dai certificati verdi del termovalorizzatore.