GRAZIANO MILIA
CAGLIARI. «In termini formali funziona benissimo, di fatto non è così: si tratta di stabilimenti balneari a tutti gli effetti», spiega Salvatore Sanna, già rappresentante locale della commissione permanente Regione-Stato sulle servitù militari. «Le giustificazioni legate alla formazione e agli interventi terapeutici che vengono date dai militari per dare un senso a queste strutture sono delle foglie di fico che nascondono una realtà del tutto diversa - continua Sanna - ma il problema può essere risolto solo con un dialogo con lo Stato. Altrimenti da un punto di vista formale, la questione è difficilmente risolvibile».
Il problema è reale e «occorrono strumenti realistici se lo si vuole risolvere», sottolinea Graziano Milia, presidente della Provincia. «Non vorrei fare la Cassandra affermando che io l’avevo detto. Ma nel 1999, quando venne realizzato il parco regionale di Molentargius io ero tra coloro che volevano che vi fosse incluso anche il Poetto, come in effetti era previsto all’inizio». Poi vi fu una reazione da parte del comune di Cagliari: dell’allora sindaco Mariano Delogu e dell’assessore all’Urbanistica Emanuela Abis. Precisarono alla Regione che l’area del Poetto di Cagliari era ed è troppo urbanizzata per essere assoggettata a una normativa come quella del parco che, essendo sovraordinata, sarebbe stata superiore a quella comunale, creando potenziali conflitti e iter burocratici molto lunghi per ogni problema. E così il Poetto venne stralciato dal perimetro del parco. «Mentre se vi fosse stato inserito - continua Milia - avremmo avuto in mano uno strumento forte di contrattazione e discussione anche per gli stabilimenti balneari militari che, invece, oggi restano fuori da qualsiasi nostro controllo. In caso di inclusione nell’area protetta, proprio per le norme sovraordinate che regolano queste aree, avremmo avuto molta più voce in capitolo. E forse non avremmo avuto nemmeno quel tipo di ripascimento che abbiamo subito e, inoltre, la possibità di risolvere la questione delle strutture militari. Ma oggi, ed è paradossale, noi al porto, mentre tutti puntano alla sdemanializzazione, noi ci muoviamo al contrario». (r.p.)