Persi i dieci milioni di euro stanziati per la pedonalizzazione
Storia di un'incompiuta, di veti politici e di molta burocrazia
Vedi la foto Un grande marciapiede e un Lungomare come quelli veri. Da Marina Piccola all'Ottagono con le piste ciclabili. Sarebbe dovuto essere un progetto-icona dell'amministrazione Floris. Che lo elaborò nel 2001, ai primordi del suo decennio di governo, per lasciare un segno tangibile del proprio passaggio alla città. Ma è stato bloccato a lungo. Così a lungo che la Regione si è ripresa i dieci milioni (su 11,8 complessivi) che aveva stanziato. In termini tecnici si chiama definanziamento e si attua quando un destinatario di una sovvenzione non riesce a spenderla. A confermarlo è il sindaco Massimo Zedda: «Quei fondi sono tra i cinquanta milioni di euro che il Comune ha perso negli ultimi anni».
ITER DIFFICILE Come è potuto accadere? Inizialmente, erano gli anni della Giunta Soru, il progetto si arenò per oltre un anno all'Ufficio tutela del paesaggio dell'assessorato regionale all'Urbanistica. Gli uffici contestavano la pavimentazione in pietra, le palme che il Comune aveva previsto per arredare i marciapiedi (si consigliavano essenze autoctone non piante di importazione), torno al Comune, venne modificato e rimandato molte volte. Poi ci fu un altro problema: la Regione chiedeva che Cagliari e Quartu progettassero assieme il lungomare, perché fosse omogeneo. L'amministrazione Floris fece notare che, diversamente da Quartu, il suo lungomare è in parte un quartiere della città con case abitate. Non ci fu accordo e il progetto non veniva liberato. Tanto che il Comune, dopo aver atteso a lungo, decise di utilizzare la legge che consente, se la pubblica amministrazione non risponde entro 60 giorni, di chiedere l'autorizzazione in surroga alla Soprintendenza ai beni architettonici artistici e storici. L'ente chiese la modifica della pavimentazione, in asfalto “trasparente”, delle piante e qualche altra rettifica. Il Comune si adeguò, poi arrivò il sì. Era settembre del 2006 e sembrava la fine del lungo percorso burocratico: il progetto poteva andare in appalto entro tre mesi. Ma emerse un altro ostacolo: un terreno demaniale alla prima fermata. Problema risolto. Ma ne venne fuori un altro, insormontabile: non si può procedere se non si approva il Piano di utilizzo del litorale, il progetto di governo di spiaggia e dintorni di cui ancora oggi sui attende il varo. Così, passati nove anni dal progetto e cinque dal finanziamento, i fondi sono tornati a casa. «Stiamo chiedendo alla Regione se possiamo riottenerli», spiega Zedda.
IL PROGETTO Realizzato dagli uffici tecnici dell'assessorato coordinati da Sergio Murgia, il progetto prevede la pedonalizzazione di tutto il lungomare, da Marina Piccola al confine con Quartu. La prima fase dei lavori consisteva nel rifacimento dei sottoservizi. Si sarebbe dovuto scavare per rifare le tubature dell'acqua, delle fognature (intasate dalla sabbia), del gas. Si dovevano costruire marciapiedi sui due lati, uno piccolo sul lato case, l'altro largo cinque metri sul lato spiaggia. Tra i due la pista ciclabile, larga due metri e 40. C'era anche una corsia di tre metri e 50 per i bus. Inizialmente era previsto che i lavori venissero appaltati per otto lotti, per evitare interferenze con la stagione balneare. Poi, per ragioni amministrative, si decise di ridurli a due (dalla Prima al D'Aquila e dal D'Aquila a via Isola di San Pietro ) e di far partire le gare contemporaneamente. Dopo un anno e mezzo i lavori si sarebbero dovuti concludere. Questo si disse nel 2002. (f.ma.)