Il jazzista racconta il tour «!50» concluso al Lirico
ANDREA MUSIO
CAGLIARI. «La nostra isola ha mille problemi ma ha anche mille cose straordinarie e vederle in questi cinquanta giorni mi ha reso ancora più fiero di essere sardo». Un saluto ed un ringraziamento commosso a tutti coloro che lo hanno accompagnato e hanno assistito durante i suoi concerti. Cinquanta esibizioni in cinquanta giorni, un modo un po’ bizzarro per festeggiare il mezzo secolo del trombettista di Berchidda. «È stata una follia e fino alla fine non credevo ci saremmo riusciti». Un Teatro Lirico stracolmo ha accolto domenica sera Fresu per l’ultima tappa dell’avventuroso tour (organizzato da Applausi e Pannonica), in giro per l’isola a rivisitare e scoprire angoli inusuali per la musica dal vivo, portando all’attenzione del suo pubblico, meravigliosi location nascoste. Chiese, musei, piazze, boschi, spiagge, anfiteatri naturali, case, «In questi due mesi - ha detto l’artista - abbiamo visto la vera Sardegna, suonato in mezzo agli insetti. Ogni concerto è stato ad impatto ambientale pari a zero, ci siamo creati la corrente elettrica con i pannelli solari e rispettato l’ambiente che ci ha ospitati. Questo è il primo vero palco calpestato». Il pubblico lo ha salutato con un lunghissimo applauso ininterrotto per cinque minuti. Un ringraziamento sentito e doveroso, dopo sessanta minuti di concerto intensi ed emozionanti nel suo «A solo». Improvvisazioni e citazioni, brani della sua lunga discografia e campionamenti tratti dalle registrazioni elle precedenti esibizioni. Dall’«Ave Maria» del coro di Santu Lussurgiu sulla musiche di «Domus de janas» alla voce di Lella Costa che recita un passaggio di «Sulla terra leggeri» registrata nella tappa di Uta lo scorso 12 luglio fino a storiche registrazioni con la voce di Miles Davis e nel sottofondo le note di «Round Midnight», un tributo a Ryuichi Sakamoto, ed ancora voci e suoni Gnawa del Marocco si mescola con brani originali e momenti di fuga dagli spartiti peresplorare territori musicali dettati dal solo istinto del momento.
a fine del concerto diventa una festa con un fuori programma inatteso dallo stesso Fresu. Mentre legge la lunga lista di ringraziamenti guarda esterrefatto il personale che smonta le attrezzature senza attendere la fine della serata. Il suo microfono è stato l’ultimo ad essere staccato. Il flicorno gli viene messo tra le mani mentre due operatori lo imbragano e lo appendono a due ganci che tra gli applausi del pubblico in visibilio lo sollevano fino a farlo scomparire sotto le tende che chiudendosi decretano la fine del tour.