Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I problemi del traffico: come intervenire subito prima delle grandi opere

Fonte: La Nuova Sardegna
1 agosto 2011





Il docente Italo Meloni: «La grande sfida adesso è migliorare il servizio di cui oggi disponiamo, senza bisogno di soldi»

CAGLIARI. Come si fa a far viaggiare presto e bene sui mezzi pubblici il maggior numero possibile di cittadini? Con soluzioni immediate facili sulla carta: Trenitalia, Arst e Ctm devono parlarsi, coordinarsi e applicare quel che si decide. Finora è stato impossibile, ognuno è andato per conto suo e mentre sui bus arriva internet, non c’è verso di organizzare una coincidenza utile a chi esce da scuola. Così «il maggior numero di cittadini possibile» preferisce andare in auto.
Italo Meloni direttore del centro universitario di ricerche sulla mobilità sostenibile (il Crimm) trova continuamente le conferme di che cosa avrebbe bisogno la popolazione per lasciare l’auto, necessità sentita sempre più spesso dagli stessi automobilisti. «A Cagliari c’è un peccato originale - spiega - abbiamo pianificato un sistema di insediamento che rende l’auto il modo migliore per viverci. Si è costruito in modo diffuso, si pensi che Quartu ha 70 mila abitanti di cui 25 mila residenti fuori dal centro abitato, Cagliari negli ultimi 30 anni non è stata in grado di soddisfare la domanda di residenza e così c’è stata l’emigrazione verso Assemini, Sestu. Non siamo stati lungimiranti e oggi, anche se facciamo piani, nella pratica politica la mobilità va avanti nell’improvvisazione. Cagliari, per esempio, un piano della mobilità ce l’ha da anni: le indicazioni non sono mai state seguite». Poi: «Continua la non collaborazione della Regione con Cagliari e i comuni dell’area vasta per definire le infrastrutture strategiche. Tutto questo rende le cose difficili da affrontare, ma - dice ancora Meloni - non si tratta di questioni irrisolvibili, anzi. Non c’è dubbio che voler risolvere i problemi della mobilità significa incidere sulle abitudini delle persone e spesso gli interventi necessari possono sembrare coercitivi: è per questo che nei trasporti si vuole la comunicazione sui progetti». Allora, che fare? «La prima grande sfida - risponde il docente - è migliorare il servizio di cui oggi disponiamo. Prima di tutto dialogando, non bisogna lasciare le iniziative alla disponibilità delle persone. Se si domanda a chi abbiamo demandato il trasporto pubblico locale in effetti possiamo rispondere soltanto in un modo: non lo sappiamo. Una parte la assicura il Ctm, qualche volta l’Arst. Negli ultimi 10 anni il Comune di Cagliari ha abdicato alla politica dei trasporti a favore del Ctm che si occupa di bus, semafori, parcheggi. E’ utile il servizio che Ctm fornisce? Anche a questo si deve rispondere: non lo sappiamo. Certo non è male che le paline siano computerizzate e via elencando le migliorìe apportate sui bus: è che scesi dai bus non si trovano coincidenze utili e tantomeno si può usare lo stesso biglietto. Eppure la legge regionale 21 ha detto chiaramente cosa si deve fare: l’ente pianifica, l’azienda gestisce. Il Ctm di fatto ha sopperito al vuoto dell’amministrazione pubblica, senza, ovviamente, riuscire a incidere sulle scelte di fondo. Lo dimostra un fatto: nessuno ha convinto ancora il Comune a fare le corsie preferenziali. Sulle direttrici di penetrazione in città sono indispensabili. Crediamo che sui grandi sistemi di trasporto si possa discutere, ma la scelta di fondo di affermare che il mezzo di trasporto collettivo debba prevalere si può fare subito e senza bisogno di infrastrutture». Quindi: subito il coordinamento di Ctm, Arst e Trenitalia in funzione di un biglietto unico («indispensabile tra l’altro in tempi di crisi») e di una riorganizzazione del trasporto pubblico per moltiplicare il più possibile le coincidenze tra i mezzi. «E tutto questo - sottolinea Meloni - sarebbe un vero cambiamento, che non ha bisogno di soldi». Quindi: sistema unico attraverso l’integrazione dei mezzi e delle tariffe; un sito internet unico con tutte le linee, non importa l’azienda; poi un’integrazione con i parcheggi che già ci sono e un aumento della pedonalità delle strade in corrispondenza del sistema di trasporto collettivo. «Una volta che i servizi a disposizione sono efficienti si può ragionare sulle infrastrutture forti: metropolitana e parcheggi di scambio. C’è parecchio lavoro da fare: ripartendo dall’accordo di programma del 2008 fra i comuni, inserendo il tratto ormai accettato da Cagliari Repubblica-Matteotti, con una lista delle priorità basata sull’analisi quantitativa delle esigenze. Fra 10 anni la metropolitana ci potrebbe essere: niente espropri da fare, la strada già esiste». Non ci sono i soldi: «E’ il momento giusto per progettare».

 

VIA ROMA

Il tunnel serve? «No»




CAGLIARI. Secondo il docente universitario studioso di mobilità il tunnel sotto via Roma risolve il problema del traffico di via Roma o no? Meloni: «Se sono 10mila le auto che transitano in via Roma, sono solo un terzo quelle che attraversano la città. Non si riuscirebbe a far utilizzare il tunnel agli altri due terzi, quelli in transito tra via Sonnino e il Largo, per fare un esempio. Il sistema degli ingressi a questo tunnel non invoglierebbe gli automobilisti a preferire il sottopassaggio: gli ingressi sarebbero distanti e quindi l’automobilista dovrebbe allungare il giro per fare un tratto altrimenti breve». Infine: il vero problema del tunnel «è capire cosa fare della via Roma».