Le accuse di Delogu (Pdl)
Vedi la foto Lanciati dall'alto dentro buste chiuse e annodate, oppure fatti rotolare giù dalle sbarre di viale Sant'Ignazio. I rifiuti stanno invadendo il perimetro dell'Anfiteatro romano, tanto che in vari punti sono già comparse delle piccole discariche a cielo aperto. Saltata la stagione dei concerti, con le gradinate in legno ormai praticamente inagibili e corrose in più punti, da mesi attorno ad una delle aree archeologiche più importanti della città divampano le polemiche.
«Almeno, quando c'erano gli spettacoli, qualcuno si preoccupava di ripulire», ha attaccato il senatore Mariano Delogu (Pdl), che non accetta di vedere il monumento in balìa del degrado: «Ora, invece, non lo sta facendo nessuno e questo è il risultato». All'ex sindaco proprio non piace lo stop agli spettacoli nel monumento. «Si fanno a Taormina, all'Arena di Verone e sotto il Partenone di Atene. Non ho capito perché qui debbano essere vietati. Ovviamente c'è la necessità di intervenire, rinforzare la struttura lignea, ma rinunciare ad un posto così bello proprio non lo capisco. Quanto al monumento, a prova di smentita, nessuno dei pali poggia direttamente sulle gradinate antiche».
A promettere un rapido intervento per ripulire tutto, ieri pomeriggio, è stato l'assessore alla Cultura, Enrica Puggioni: «Siamo molto contenti della segnalazione, provvederemo in tempi celeri alla pulizia e a fare in modo che non si verifichino più queste condizioni di degrado. Resta però ferma la scelta ampiamente condivisa dell'assoluta inagibilità dell'anfiteatro per ospitare la stagione concertistica». L'esponente della Giunta guidata da Massimo Zedda non sembra avere dubbi: «Vorrei ricordare», ha aggiunto, «che a parte lo stato di pericolo per la conservazione del monumento, esiste un oggettivo degrado delle gradinate in legno. La nostra priorità è un progetto accurato per smantellare la copertura senza causare danni al bene archeologico, provvedendo poi al suo restauro. Una volta completato l'intervento, si studieranno nuove soluzioni con la Soprintendenza perché ancora si possano svolgere concerti e spettacoli, ma non certo con quasi cinquemila persone che avveniva in passato».
Francesco Pinna