Dibattito in assemblea municipale
Il centrosinistra domanda una nuova intesa con la Regione
CAGLIARI. Gli universitari fuori sede sono in città circa diciottomila e di questi ben dodicimila sono residenti ad oltre cinquanta chilometri da Cagliari, la sede dell’ateneo. Mentre i posti nelle case dello studente dell’Ersu (l’ente regionale per il diritto allo studio) sono poco più di novecento. Da qui l’esigenza di altri posti letto. Infatti sono circa millecinquecento gli studenti che per merito e reddito (dei genitori) potrebbero accedere a un posto, ma non vi sono le strutture sufficienti. L’argomento era all’ordine del giorno ieri sera in consiglio comunale a seguito di una mozione presentata dal centrosinistra, con Davide Carta (capo gruppo del Pd) come primo firmatario.
Nel 2008, è stato ricordato, era stato predisposto un accordo di programma tra la Regione e il Comune che, tra le altre cose, prevedeva anche la realizzazione di un campus universitario nell’area di viale La Plaia dell’ex semoleria. L’investimento previsto era di 110 milioni di euro e il progetto di Mendes De Rocha, ma l’operazione non andò in porto. Secondo la maggioranza di centrodestra di allora non c’erano gli standard edilizi: le volumetrie previste erano troppo ampie per il terreno disponibile.
Ora i consiglieri del centrosinistra chiedono al sindaco Massimo Zedda e all’assessore competente Paolo Frau, di promuovere un nuovo accordo di programma con Regione ed Ersu per individuare forme, tempi e risorse con cui poter programmare un nuovo campus da almeno 500 posti: da realizzare nell’area dell’ex semoleria. L’obiettivo è quello di fare salvi i requisiti qualitativi architettonici e ambientali del progetto previsto dall’accordo di programma sottoscritto nel 2008. Nello stesso tempo, però, viene proposto anche di integrare il prossimo progetto coi vincoli e le caratteristiche dell’area, da un lato, e con il piano straordinario per la residenzialità redatto dall’Ersu nel 2009, dall’altro. Il tutto da costruirsi con una logica modulare che ne consenta la realizzazione in lotti funzionali, «anche attraverso un’attività programmatoria articolata in più fasi», in raporto ai finanziamenti.