Il consigliere: «Mi ha minacciato». La risposta: «Solo un malinteso»
Parole grosse tra l'esponente Pdl e il sindaco
Il veleno, come spesso capita, è nella coda: «Il sindaco ha usato toni che a altre latitudini non esiterebbero a definire mafiosi», dice il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris pochi minuti prima della fine della seduta di Consiglio comunale. E il riferimento è a una frase che Massimo Zedda avrebbe pronunciato nella riunione dell'aula una settimana fa, sempre in chiusura, che suonava più o meno così: «Se l'opposizione non si dà una regolata posso sempre cambiare registro, aprire i cassetti e tirar fuori le carte». Poche parole che l'ex assessore al Personale non esista a definire «una minaccia».
LA VICENDA Per capire cosa sia successo ieri sera alle 21,30, a Palazzo Bacaredda, è necessario però fare un passo indietro. All'ordine del giorno, mercoledì scorso, c'erano alcune interrogazioni sul teatro Lirico. La prima a essere discussa è quella di Farris. «Troppo generica», dice Zedda. Farris risponde poco più tardi: «Al sindaco manca concretezza». In questo clima matura la decisione, da parte del gruppo Pdl, di abbandonare l'aula. E qualche minuto dopo, il primo cittadino avrebbe pronunciato la frase per cui il capogruppo pidilellino ha chiesto ieri di intervenire «per fatto personale», circostanza che a Palazzo Bacaredda si è contata sulle dita di una mano.
L'INTERVENTO Così Farris, dopo l'elezione delle commissioni Alloggi, Mobilità, Toponomastica e quella per i Giudici popolari, prende la parola. «Ritengo le dichiarazioni del sindaco gravissime se pronunciate da chiunque, e assolutamente intollerabili se vengono dal primo cittadino. Anziché limitarsi a contestare gli argomenti dell'opposizione nel merito ha fatto ricorso a dei toni bassamente allusivi, che qualcuno non esiterebbe a definire mafiosi». Qui il consigliere viene ripreso dal presidente Ninni Depau. Farris continua: «L'attacco non deve entrare nella sfera personale. Ma io non mi faccio intimidire dalle minacce».
LA RISPOSTA DI ZEDDA Massimo Zedda ha risposto: «L'intervento per fatto personale è stato usato per offendere». Poi ha chiarito il senso del suo intervento contestato: «Aprire i cassetti significa scoprire che il Comune, ha dimenticato in passato di rendicontare alla Regione alcuni importi e per questo motivo il Municipio ha perso 50 milioni di euro. Nessun attacco personale, se ci fosse altro, non lo avrei detto qui in aula ma in altre sedi».
Oggi il Consiglio si riunirà nuovamente: all'ordine del giorno c'è una mozione sul Campus universitario e un'altra sul parcheggio interrato di via Roma.
Michele Ruffi