Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Guerritore: Dante e Beatrice guide dell’anima

Fonte: La Nuova Sardegna
26 luglio 2011

 
Isabella Ragonese rilegge «Lady Grey» di Will Eno




ROBERTA SANNA

  CAGLIARI. Il gran finale di Monica Guerritore e l’intelligente monologo con Isabella Ragonese hanno chiuso con successo la rassegna «Notte dei poeti» al Civico. Non un semplice recital, quello della Guerritore, signora della scena italiana, per la prima volta in Sardegna. «Dall’inferno all’Infinto» propone infatti un percorso quasi psicologico e appassionato per guardarsi dentro «con le parole dei grandi». Dante, con i personaggi di Virgilio, guida e mentore, Beatrice, la donna assoluta, Francesca, che si abbandona al potere della seduzione e all’amore vero, il conte Ugolino e il fiero pasto. Pasolini, con la «Supplica a mia madre». Un “amore che impedisce di vivere”, nota l’attrice, prima di indossare cappello e trench per l’acida poetica dell’abbandono di Patrizia Valduga. Cita Morante, Hugo e Apollinaire. Brani intensamente interpretati e legati da commenti che, partendo dalle suggestioni di Hillmann, fanno della poesia, il teatro, la ricerca del sé, “un luogo dell’anima”. «Poi si dice che la cultura non serve a nulla», chiosa l’attrice, recentemente insignita del premio Moriconi, per la forte personalità artistica e la passionalità delle sue interpretazioni. Doti qui pienamente confermate e ovazione finale dopo il dantesco “uscimmo a riveder le stelle” e “L’infinito” di Leopardi.
In tutt’altro clima si era la sera precedente, con il monologo «Lady Grey» con Isabella Ragonese. E’ il teatro-confessione, la drammaturgia contemporanea e minimale dell’americano Will Eno, già noto per il corrosivo «Tom Pain» interpretato da Elio Germano nella scorsa edizione. E proprio l’attore, con effetto 3d, apre la scena della piece, giocata poi dalla Ragonese in continuo dialogo con il pubblico, tra paradossi svelati e sottili provocazioni. «Vorrei parlare di suicidio. Magari più tardi». Si mostra e si nasconde la protagonista finemente interpretata dall’attrice, cogliendo risatine e imbarazzi, confessando e cambiando discorso, scusandosi, ma rincarando sempre la dose. «Non siete i primi, né gli ultimi» dice. Per svelare infine che, uomini e donne costretti sempre a «mostrare e dimostrare», siamo adulti pieni di dubbi e reticenze ma che non possono smettere di parlare di sé, siamo bambini e bambine che rimpiangono la semplicità di un gioco in una pozzanghera. E tutti, senza eccezione, esseri umani che hanno un abbandono da piangere.