Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La sana crociata contro i perniciosi focolai arborei

Fonte: La Nuova Sardegna
21 luglio 2011

Una lettera dello scrittore Giorgio Todde all’agronomo del Comune, Claudio Papoff




GIORGIO TODDE
Gentile Direttore, Le scrivo per segnalare all’Agronomo del Comune, nell’impossibilità di farlo personalmente, come in città si annidino ancora, nei punti più impensati, un gran numero di pericolosissimi alberi. Affinché non sia inutile la grande opera di disboscamento iniziata dal dottor Papoff in viale Trieste, in viale Merello e in viale Regina Elena, sarà necessario estendere la salutare iniziativa a ogni pernicioso focolaio arboreo. Mi rendo conto che il Comune dispone di mezzi modesti e non riesce a sfigurare più di un albero per volta, ma non si può tollerare che si trovino tuttora alberi che si ostinano a produrre ombra. Se ne incontrano di tutti i tipi. Pini penduli che insidiano passanti e automobilisti, Jacarande che danno asilo ai topi e fanno perfino fiori. A Buoncammino una Fitolacca deforme disturba la vista con il suo tronco storto e fa ombra dall’alba al tramonto. In certe aree, per fortuna limitate, gli alberi si raggruppano e formano perfino oasi che attirano il viandante morboso con la promessa del fresco, ma poi lo puniscono con malanni dovuti all’ombra e all’umido. Il sole, il dottor Papoff lo sa bene, cura il rachitismo e l’artrite, abbronza e conferisce un aspetto sano.
A questo proposito si deve dire che un esempio di buona pratica urbanistica può essere considerato il nuovo Parco della Musica dove il sole a picco in tutte le ore del giorno crea in estate un gradevole clima equatoriale. Là non ci sono alberi che fanno ombra e questo ha decimato gli anziani i quali in effetti gravano in modo esagerato sulla nostra economia asfittica. E tutto grazie a un semplice provvedimento: non si piantano alberi.
In una strampalata città del Nord Europa abbiamo visto, proprio in centro, una grande area di terra non edificata - che spreco - nella quale sono cresciuti, fitti e tenebrosi, degli alberi. Ma i nostri progettisti non si sono lasciati ingannare dai modelli europei, così hanno concepito una grande pavimentazione mai macchiata dall’ombra e l’hanno inserita in una corona di bei palazzoni.
Ora, se il dottor Papoff porterà a termine l’opera di disboscamento la città potrebbe finalmente diventare una gigantesca graticola, pulita, salubre e secca, dove i turisti verrebbero a curare i reumatismi. Solo i più deboli non ce la faranno. Ma in quel caso, siamo fatalisti, sarà il destino a decidere.