Dal 1975 molti proprietari dei terreni espropriati sui quali è sorto l’ospedale Brotzu aspettano di essere risarciti
Cinquantaquattromila metri quadrati di terreni alle falde del colle di San Michele. Portati via a fine anni ‘70 ai legittimi proprietari tramite un procedimento espropriativo (che non si è mai perfezionato) per fare posto all’ospedale Brotzu, inaugurato nel 1982 . A distanza di 36 anni ben più dellametà di quelle aree espropriate, circa trentunmila metri quadrati, non sono stati ancora indennizzati.
La classica storia all’italiana, si potrebbe dire, fatta di promesse, di proposte di transazione, di avvocati che rifiutano l’incarico da parte dei proprietari dei terreni perchè ci sarebbe da pestare i piedi a personalità (politiche e non) della Cagliari che conta.Unastoria fatta di interminabili giudizi civili, di rimpalli di responsabilità fra Regione, Usl, comuni di Cagliari e Selargius, di documenti introvabili. E come in una italian story che si rispetti, chi ne fa le spese è il cittadino comune. «Siamo stati presi in giro alla grande», dice il figlio diunadei titolari dei terreni espropriati enonindennizzati. Preferisce l’anonimato perchè «fra poco c’è il giudizio in Cassazione ». Per lui parla il blog (http:// brotzu-terreni-storia- infinita.blogspot.com) che hacreato nel2006con il racconto completo di questa trentennale vicenda, corredato di tutti i documenti emessi negli anni dalle competenti autorità sanitarie e politiche. È tanta la rabbia per non aver ricevuto quanto promesso, quanto dovutogli, che ha creato anche un profilo su facebook che si chiama “Terreni Brotzu”.
Tutto ha inizio nel 1975. Quando l’Ente Ospedali Riuniti comunicava con una lettera l’espropriazione dei terreni per la costruzione del nuovo ospedale ai proprietari. I quali avevano ricevuto rassicurazioni sugli indennizzi. Nel 1977 scatta l’occupazione d’urgenza sulla base di un decreto della Regione. Sull’atto veniva specificato che «si provvederà alla fine di ogni anno di occupazione, a far data dal giorno di immissione nel possesso, al pagamento diretto agli aventi diritto dell’indennità che sia stata accettata». E in effetti tutti i proprietari, all’epoca, l’avevano accettata ma nessuno di essi riceveva un soldo. Dal1980 cominciano a sprecarsi da parte delle istituzioni competenti le promesse di pagamento verso i proprietari dei terreni e due anni dopo viene inaugurato il nuovo ospedale Brotzu.
Passano dieci anni. Ecco che nel 1990la Usl21 fa unaprima proposta di pagamento, accettata da tutti i titolari delle aree.Magli indennizzinonvengono pagati. Nel 1991 la Usl 21 propone un indennizzo pari a 125mila lire per metro quadrato. Invece? Niente di fatto, di soldi nemmeno l’ombra. A metà degli anni ‘90la vicenda si trasforma inunvero e proprio contenzioso con avvocati, carte bollate e tribunali. Nel 1999 vengono pagati solo alcuni dei titolari espropriati.
Arriviamo ai giudizi: la primasentenza del tribunale civile è sfavorevole ai proprietari: il diritto al risarcimento si è prescritto, sostengono i giudici. Gli anni passano. A metà del 2005 la Asl fa un nuovo tentativo di transazione ma solo in 4 su 25 la accettano. Si prosegue in appello, che però conferma la sentenza di primo grado. «Ora siamo in Cassazione», aggiunge il figlio di una delle titolari, «e se questo non bastasse porterò il caso fino a Strasburgo». 54mila metri quadrati È la superficie dei terreni alle falde del colle di S.Michele espropriati per ospitare il Brotzu finito di costruire e inaugurato nel 1982. Le autorità sanitarie hanno più volte fatto proposte di risarcimento finite nel nulla di EDOARDO PISANO e.pisano@sardegna24.net