di Paola Pilia
Di che associazioni fanno parte, dove lavorano, quante case hanno e a quanto ammonta con esattezza il loro patrimonio personale. I consiglieri comunali non avranno più segreti. Da ora in poi l’amministrazione dovrà sapere dei suoi membri tutto il necessario per potere vigilare su eventuali conflitti di interesse.
Le norme che impongono massima trasparenza sugli eletti, in realtà esistono da tempo. Fino a ora erano state ignorate. Statuto e regolamento alla mano, il nuovo presidente Ninni Depau ha deciso che le farà rispettare in tempi strettissimi. Probabilmente già da oggi. Già stasera prima della riunione dell’assemblea, prevista per le 18 e dedicata alla crisi del teatro lirico, tutti i consiglieri potrebbero ricevere due lettere e due moduli da riempire. Per tastare il terreno Depau lo ha annunciato la settimana scorsa durante la conferenza dei capigruppo e ha dato subito mandato al segretario generale di preparare i documenti. La prima lettera fa riferimento all’articolo 50 del regolamento comunale relativo alla “Pubblicità della situazione patrimoniale dei Consiglieri” che recita testualmente: “Al fine di consentire la pubblicizzazione della situazione patrimoniale dei Consiglieri, come previsto dalla legge e dallo statuto, la segreteria generale predispone appositi moduli per la raccolta delle informazioni. I moduli inerenti alle dichiarazioni sulla situazione patrimoniale sono presentati dai Consiglieri al presidente e da questi trasmessi al segretario generale per gli adempimenti di legge”. Così sarà. I dati saranno raccolti in un database e custoditi dall’amministrazione. Ancora non si sa quanto tempo avranno i consiglieri per procedere con precisione all’adempimento. La seconda norma coinvolge gli eletti, ma non solo. Anche la Giunta, i dirigenti e i rappresentanti nelle società e negli enti del Comune saranno chiamati infatti alla massima trasparenza. Lo impone il comma 4 dell’articolo 24 dello statuto comunale, secondo cui: “I Consiglieri Comunali e gli Assessori, nonché i nominati presso Enti, Organismi e Commissioni del Comune o di Enti cui il Comune partecipa, sono tenuti a comunicare al Consiglio Comunale la propria appartenenza ad Organismi, Associazioni o Società che abbiano rapporti con il Comune stesso”. Non appena tutti riceveranno la lettera con le disposizioni del presidente del consiglio, si saprà con più precisione anche se, come recita la norma, gli organismi a dovere essere citati saranno solo quelli che hanno rapporti con l’amministrazione o se lo sforzo verso la trasparenza sarà così ampio da richiedere che vengano menzionate nel dettaglio tutte le associazioni o società con cui mantengono rapporti i membri di Giunta e Consiglio. Nel secondo caso politici e dirigenti potrebbero essere costretti, per esempio, a dichiarare ogni affiliazione, dal circolo degli scacchi alla Massoneria. Il secondo modulo sarà comunque di più agevole compilazione e quindi le operazioni, salvo proteste degli interessati che difficilmente tarderanno ad arrivare, potranno essere chiuse in tempi strettissimi
I MOTIVI Il presidente Depau sulla decisione di pubblicare i dati: «Vogliamo vigilare contro i possibili conflitti d’interesse »
IL CODICE L’ERA ZEDDA E LA TRASPARENZA
Dal taglio delle auto blu, a quello degli assessorati, fino al Codice etico per i consiglieri. L’era Zedda punta sulla trasparenza e sull’abolizione dei privilegi. Prima c’è stata la riduzione del numero dei membri della Giunta e delle commissioni, che il sindaco ha ridotto da 13 a 10. Poi è stato il turno dei mezzi a disposizione del primo cittadino e degli assessori. Il taglio è già cominciato, l’anno prossimo le auto blu saranno solo quatto e dovranno essere prenotate con anticipo per potere essere utilizzate. Il presidente del Consiglio Ninni Depau, invece, appena eletto ha proposto un Codice etico da far firmare a tutti i consiglieri. Una bozza delle norme è depositata da anni in commissione statuto. Tra le prescrizioni: finanziamenti comunali vietati ai familiari di consiglieri e dirigenti e ruoli politici proibiti ai funzionari. Ma anche massimo rigore sulle dichiarazioni degli eletti. Se venisse approvato sarebbero bandite le dichiarazioni omofobe o razziste fuori e dentro l’Aula di via Roma