Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Via Sauro Villa del Comune e abbandonata

Fonte: Sardegna Quotidiano
20 luglio 2011

 LA BEFFA L’immobile cade a pezzi anche se è di proprietà del Municipio. Un ex gioiello del Patrimonio sprecato

C'è chi è disposto a pagare migliaia di euro al metro quadro per un piccolo appartamento in quella zona di Cagliari. Il comune, invece, al numero otto di via Nazario Sauro, si concede il lusso di tenere una villa in stato di completo abbandono, pericolante e sporca. Si può entrare a Villa Ciusa da quello che doveva essere il giardino laterale. Allo stabile si può accedere facilmente attraverso una grande finestra. Per terra calcinacci, guano e sporcizia di ogni genere. La stanza è ampia, illuminata da uno squarcio dovuto al crollo di parte del tetto. Si prosegue in un andito, dal soffitto pendono dei cavi. Sulla destra una porta ad arco, murata, a sinistra una seconda stanza, più piccola della precedente, ma nelle stesse condizioni. La luce filtra dalle finestre attraverso la giungla verde che ha completamente bloccato l'ingresso principale.

Proseguendo oltre, uno stanzino, a fianco un passaggio secondario per il giardino. Alla fine dell'andito, salendo qualche gradino, ci si trova in una sala più grande delle precedenti con un finestrone e una porta che si affaccia sull'esterno, su un lato tre porte: un altro stanzino, un piccolo bagno, nel quale è rimasta soltanto la cassetta dello scarico, e una scala a chiocciola in legno che pare pericolante. Viste le condizioni in cui si trovano pareti e soffitti, non è il caso di avventurarsi oltre. In tutta la villa i muri sono scrostati e, in diversi punti, si vedono i mattoni. Tra i calcinacci, nella stanza grande c'è un maglione, nella prima una coperta. Anche se quasi del tutto priva di infissi, per qualcuno, la villa abbandonata è stato un rifugio gradito per difendersi dal freddo.

Dalla strada non si riesce ad avere una idea chiara del degrado in cui è stata lasciata la villa. Sul cancello principale un vecchio cartello indica che qualcuno aveva iniziato qualche tipo di lavori, ma non si riesce a leggere nessun riferimento dell'intervento. Un comitato di abitanti della zona, a maggio dello scorso anno, ha organizzato una protesta contro l‘a situazione di l’abbandono: un gruppo di volontari ha potato le piante che, in quel periodo, avevano scavalcato il muro di cinta e invaso il marciapiede rendendo difficile pure passaggio di fronte alla villa. Tra di loro c'era Claudio Cugusi, attuale presidente della commissione Bilancio e patrimonio del Consiglio comunale. «Lasciare un bene di quel valore in quello stato è una follia» dice Cugusi, che ad aprile 2010, aveva anche presentato una mozione, proprio sull'argomento, all'allora sindaco Floris. «Purtroppo non è neppure l'unico caso. In questi giorni si sta parlando, ad esempio, della scuola Mereu, lasciata a se stessa e occupata da alcune famiglie senzatetto: dobbiamo e vogliamo trovare una soluzione quanto prima. Tutti gli immobili di proprietà del Comune che sono in stato di abbandono devono essere utilizzati e adeguantamente valorizzati». Michele Salis

 

 IL GIARDINO STERPAGLIE INCOLTE DOVE ABITANO SOLTANTO I GATTI

 

Il giardino, nonostante sia abbandonato come la villa, ancora mantiene qualche sembianza della sua bellezza originaria. Gli alberi sono stati piantati ordinatamente e, in mezzo alle erbacce, si intravedono le mattonelle che delimitavano le aiuole. Decenni di abbandono, però hanno sconvolto il piccolo parco. Trasformandolo nel regno di un gruppo di gatti randagi. Qualcuno nel vicinato lascia ai felini acqua e cibo in abbondanza, forse nella speranza che riescano a tenere lontano i topi, ospiti certamente meno graditi. 

L'esterno Un comitato di vicini ha tagliato le piante in strada

 

A maggio del’anno scorso un comitato di cittadini ha detto basta. Erbacce e rampicanti avevano ormai invaso anche il marciapiede di fronte all'ingresso principale, e i residenti non li volevano più. Armati di scale e cesoie i volontari avevano liberato il muro, tentando di pulire un po' lo stabile e appendendo uno striscione: «Fuori i topi, dentro i bambini». Oggi la situazione delle piante di fronte all'ingresso è migliorata, non altrettanto si può dire dell’intero edificio, lasciato a se stesso.